Iscritta tra le Sette nuove Meraviglie del Mondo, Petra è una spettacolare città, scavata interamente nalla pietra dalla civiltà nabatea e successivamente ampliata dai Romani.
Venne scoperta nel 1812 dall’esploratore svizzero Ludwig Burckhardt, che seguendo le leggende locali, la trovò nascosta in mezzo alle montagne, abbandonata e dimenticata da secoli.
Sebbene oggi sia un sito archeologico molto turistico, terribilmente inflazionato, rimane una delle testimonianze più incredibili giunte intatte fino a noi. Vi assicuro che la sua visita vale tutto il viaggio in Giordania e costituisce uno dei luoghi più belli che abbia mai visto nel corso dei miei viaggi.
La storia di Petra
Petra nasce come capitale dei Nabatei, un popolo di guerrieri e commercianti che la fecero diventare uno snodo strategico per le rotte commerciali della seta e delle spezie: le più importati spedizioni provenienti dalla Cina, India e Arabia del Sud arrivavano qui ed entrano in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma. Sotto i roman trovò un secondo periodo di potere e prestigio, per poi decadere al cambio delle abitudini commerciali e a diversi terremoti che la devastarono.
Abbandonata dalle popolazioni, fu pian piano colonizzata da tribù beduine che la usarono come casa e come ricovero per gli animali: molte di loro hanno ancora oggi il permesso di vivere nelle cavità del sito.
Cosa vedere a Petra
Il sito archeologico di Petra è davvero immenso. E quello che potrete ammirare, pare sia solamente il 20% della sua reale estensione: il resto è ancora da scavare e da trovare. Purtroppo mancano i fondi e il governo giordano si accontenta di possedere questa meraviglia unica.
Rimarrete assolutamente senza fiato nell’ammirare la sua bellezza senza tempo, così nascosta agli occhi del mondo, rimasta intatta per secoli, dimenticata e abbandonata.
Il Siq
Per raggiungere il cuore della città si deve prima percorrere un sentiero in discesa di circa 1 km lungo il quale potrete vedere alcune tombe e monumenti legati alle divinità della fertilità e all’acqua, elemento prezioso in queste zone.
Poi dovrete seguire un lungo canyon lungo quasi 2 km, scavato nell’arenaria dal vento e dall’acqua. Ogni curva, ogni angolo vi lascerà a bocca aperta, per la bellezza dei colori e delle forme della pietra delle pareti, alte anche 200 metri. Lungo i fianchi vedrete un’opera ingegnosa: canali idrici intagliati nella roccia e utilizzati per il trasporto dell’acqua all’interno della città, oltre ai resti di piccole tombe, elementi decorativi scultorei e un arco monumentale.
Il Tesoro del Faraone
Quando giungerete alla fine, scorgerete la famosissima feritoia di roccia rossa dalla quasi si intravede una piccola porzione del Tesoro del Faraone, il palazzo più famoso di tutta Petra, forse una delle immagini più immortale del sito.
La facciata, interamente scolpita sulla parete di roccia, si apre su un grande spiazzo all’interno delle montagne. Se vi aspettate quelle magnifiche immagini di contemplazione in solitaria, siete fuori strada. Anzi, a meno che non vi presentiate all’alba, quando la gente ancora dorme, preparatevi a orde di turisti che si accalcano per la foto di rito e a sgomitare per riuscire a farla anche voi. Senza contare i cammelli, le bancarelle, i beduini insistenti e i grupponi da decine di persone che vi passeranno davanti. Armatevi di tanta, tanta pazienza.
L’interno oggi non è visitabile e a dispetto di quello che il cinema ci ha proposto, come nel famosissimo film Indiana Jones e l’ultima crociata, l’interno è assolutamente vuoto. L’edificio era stato pensato come mausoleo per il re Areta IV e ospita quattro camere mortuarie dove sono stati rinvenuti resti umani risalenti al I sec. d.c..
Instagram ci ha abituati a distorcere i confini delle nostre aspettative e dei nostri desideri. Ricorderete tutti una foto praticamente onnipresente del Tesoro, immortalato dall’alto, leggermente laterale, di fronte al quale i turisti si posizionano su tappeti colorati sulle rocce. Si chiama The Treasury from above, Petra Perfect view e si raggiunge salendo una ripida scalinata ricavata nella roccia della parete di fronte all’edificio. Purtroppo, l’accesso non è libero, ma sbarrato con barricate abusive: il sito è in mano ai beduini che vi chiederanno una tassa per salire e scattare le foto. Indubbiamente la vista è meravigliosa ma a noi ha urtato moltissimo sia l’obbligo di pagare, considerando che il biglietto di ingresso a Petra dovrebbe comprendere TUTTA Petra e non è così economico, sia i modi scocciati e prepotenti degli abusivi.
Senza contare la coda che farete per i vostri scatti, la velocità di esecuzione e la sensazione di finzione assoluta.
La Strada delle Facciate
Dopo aver trascorso moltissimo tempo davanti al Tesoro (vi assicuro che ce ne passerete molto), potrete proseguire verso destra, in un secondo canyon, più largo e meno arzigogolato, chiamato anche la strada delle facciate, sulla quale si affacciano una serie di tombe (circa 40) dalla tipica architettura Nabatea dalle superfici lisce e dalle linee semplici e geometriche.
L’Altare del Sacrificio
Dalla fine della strada si apre la prima deviazione, il sentiero per salire all’Altare del Sacrificio. Sebbene sia indubbiamente scenografico, vi attende 1 km in salita, molto faticoso e 1 altro km per proseguire fino alla Tomba del Soldato. Io vi consiglio di proseguire oltre, visitare prima tutti gli altri punti, riservare le forze per il Monastero ed eventualmente salirci al ritorno, nel caso in cui aveste ancora energie da spendere.
Non è imperdibile e nell’economia di una giornata davvero impegnativa, specialmente per il caldo e se avete bambini al seguito, io lo lascerei come jolly finale.
L’Anfiteatro Romano
Il grande anfiteatro risale al periodo romano, venne scavato interamente nella roccia ed era in grado di ospitare fino a 3000 persone, circa un terzo della popolazione di Petra.
La sua vista migliore la si può ammirare dall’alto, lungo il sentiero che porta alle Tombe Reali, da cui ci si può allungare su diversi speroni rocciosi per scattare le fotografie più scenografiche.
Le Tombe Reali
Questa è una delle deviazioni più incantevoli di Petra. Si tratta di edifici dalle caratteristiche architettoniche monumentali, scolpite direttamente nel fianco della falesia: osservando gli elementi scultorei, potrete vedere tutte le fasi storiche della città, dai fasti del regno di Areta IV fino alle contaminazione con i romani risalenti agli anni 100 d.c.
La Strada delle Colonne e la Porta Traiana
Una volta ridiscesi sulla strada principale, dribblando infinite bancarelle di souvenir, vi ritroverete a percorrere la strada delle colonne da cui si può ammirare la porta Traiana, che segnava il confine tra la zona commerciale e la zona destinata al culto.
Vi troverete nella parte della città di epoca romana, costruita dopo la conquista avvenuta nel 106 d.c.. Qui viene riprodotto il classico modello urbanistico romano, formato da grandi colonne di arenaria che davano accesso alle botteghe affacciate sulla strada.
Qasr al-Bint
E’ una struttura di origine Nabatea dedicata alle divinità locali che venne successivamente riconvertita in luogo di memoria degli imperatori romani.
Purtroppo è uno degli edifici maggiormente deteriorati dai terremoti che hanno colpito Petra e oggi rimangono solo poche testimonianze.
I Templi di Petra
Dopo aver rifiutato mille proposte di giri su asini e fotografie con improbabili centurioni romani, potrete ammirare ancora diversi templi romani, che si affacciano sulla strada.
A questo punto la strada finisce e potrete trovare un paio di ristoranti e i bagni chimici. Da qui parte anche il sentiero che conduce al secondo, imperdibile luogo di Petra, il Monastero.
Il Monastero Al-Deir
Molti turisti, spaventati dalla salita, desistono in partenza e non arrivano fino in cima. Si tratta di 1.6 km solo salita, con una strada pavimentata non particolarmente impegnativa, se avete una discreta forma fisica. Noi l’abbiamo percorsa senza grandi difficoltà, anche con 2 bambini di 10 e 9 anni. Il problema, a mio avviso, non è tanto la salita, ma il caldo che non perdona, specialmente in una assolata giornata di sole. La nostra fortuna è stato affrontare la salita con un cielo nuvoloso, che si stava preparando al temporale serale. Partite con una buona scorta di acqua.
Lungo il percorso dovrete scansare le offerte di tantissime bancarelle che sono sorte a decine (quando andai la prima volta non c’era nessuno). Inutile dire cosa penso di chi sceglie di salire con gli asini. Pura sofferenza per quei poveri animali.
In ogni caso, la vista che vi attende vi ripagherà di tutte le fatiche. Il grande Monastero, molto simile al tesoro, ma decisamente più grande, con i suoi 50 metri di larghezza per 45 di altezza, fu costruito dai Nabatei per essere la tomba del re Obodas I. Il colpo d’occhio è spettacolare e potrete rifocillarvi in un bar con terrazza che si affaccia proprio sul monumento. Anche qui c’è la mafia dei beduini che hanno preso possesso di alcuni view point strategici.
Una volta che sarete ridiscesi, dovrete ripercorrere a ritroso tutta la strada fatta fino a questo momento. E’ qui che capirete se avrete ancora le forze per esplorare altre deviazioni come quella che porta alla Chiesa Bizantina di Petra, che custodisce bellissimi mosaici oppure all’Altare del Sacrificio. Ricordatevi che si torna a piedi fino all’ingresso.
Cosa vedere a Piccola Petra
Petra è conosciuta in tutto il mondo ma non molti non sanno che a circa 10 chilometri più in alto, si trova una sua gemella più piccola, Piccola Petra: dalle dimensioni decisamente più contenute, si tratta sempre di un sito nabateo, probabilmente antecedente alla costruzione di Petra e poi mantenuto successivamente, caratterizzato da edifici scolpiti nelle pareti del canyon di arenaria lungo 350 metri.
Piccola Petra fa parte dello stesso Parco Archeologico ed è incluso nell’iscrizione di Petra come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco.
Venne probabilmente costruito come punto di accoglienza per le carovane provenienti dall’Arabia e dalla Cina, per tutti i viaggiatori che affrontavano il lungo viaggio commerciale, e che qui trovavano ristoro e riposo presso le grotte di arenaria che ospitavano un numero moto alto di persone.
Santuario di Duthu Ashara
Prima di entrare nel canyon potrete ammirare un bel tempio dedicato al principale Dio dei Nabatei, rappresentato senza occhi e senza naso, in compagnia delle due mogli.
Siq Al-Barid
Viene anche chiamato anche il canyon freddo, per la particolare conformazione delle pareti che non permette alla luce del sole di entrare fino in fondo, riparando questo luogo dal caldo sole del deserto.
Lungo quasi 400 metri, è sicuramente meno scenografico di quello di Petra ma allo stesso tempo, se sarà il vostro primo approccio a questa immensa area archeologica, non vi lascerà indifferenti.
Le case nella roccia
Ad un certo punto il canyon si allargherà in uno spiazzo sul quale potrete ammirare alcune abitazioni scavate nella roccia, tra cui una particolarmente affascinante, dotata di un triclinio colonnato, usata come tempio.
La maggior parte delle abitazioni, che troverete anche in un secondo spiazzo più piccolo, erano molto semplici, formate da un’unica grande stanza, un focolare e dei blocchi di pietra utilizzati dai viandanti per dormire.
Purtroppo molte abitazioni sono annerite dalla fuliggine dei fuochi accesi dai beduini, che per secoli hanno utilizzato le case come ricoveri per le greggi.
La casa dipinta
Di particolare interesse una casa affrescata con scene che raffigurano uva e un’intreccio di viti, in omaggio al dio greco Dioniso e alla produzione e al consumo del vino.
Il View Point
Una scala sulla vostra destra porta ad una piccola terrazza da cui si gode una meravigliosa vista sul Siq.
Consigli per la visita
Il sito archeologico di Petra è immenso: se da un lato vi regalerà emozioni uniche, dall’altro arriverete esausti alla fine della giornata. Gli ultimi 2 km, in leggera pendenza, non vi passeranno più.
Vi consigliamo quindi di partire leggeri (soprattutto in vista della salita al Monastero), ma attrezzati con acqua e snack, dal momento che internamente è tutto molto costoso e si rischiano lunghe file.
Ingresso e orari
Il sito archeologico apre alle 07.00 e noi vi consigliamo caldamente di entrare il prima possibile. Calcolate che solamente per arrivare al Tesoro, la facciata nabatea più famosa al mondo, dovrete percorrere 3 km a piedi, di cui 2 per giungere all’imbocco dei Siq, l’affascinante canyon che porta alla città.
Prima arriverete, meno gente troverete nel grande spiazzo del tempio, che è letteralmente preso d’assalto dai turisti, dai venditori ambulanti e dai cammelli pronti per portare in giro i turisti.
Inoltre le temperature, nel corso della giornata salgono vertiginosamente, anche nelle stagioni intermedie e il caldo non perdona. Vi consigliamo quindi di concentrare nelle ore più fresche le parti più faticose e visitare nel pomeriggio quelle più semplici.
Cosa portare
Sebbene all’interno del sito ci siano diversi punti di ristoro, vista la durata della visita vi consigliamo di portare con voi acqua e snack, cercando il più possibile di rimanere leggeri.
Vestitevi comodi, con scarpe adatte a camminare, tessuti leggeri, protezione per testa e occhi e ovviamente crema solare. Fate tutte le pause che ritenete necessarie: una giornata è sufficiente per visitare tutta Petra, a patto di arrivare molto presto.
Durata della visita
Mettete in conto una giornata intera e quasi 20 km a piedi. Per entrare e uscire sono 6 km, quasi 4 km per percorrere tutta l’area nella sua estensione avanti e indietro, altri 4 km per salire e scendere dal Monastero, più tutte le deviazioni che farete all’interno dell’area archeologica per visitare i monumenti minori.
Occorrono almeno altre 2 ore per visitare Piccola Petra, che noi consigliamo di ammirare in un secondo giorno, possibilmente quello prima, per avere un crescendo di emozioni. Se infatti visitate Piccola Petra dopo Petra, ne rimarrete delusi. Questa scelta ha inoltre una motivazione cronologica: Piccola Petra venne costruita e poi abbandonata prima di Petra, essendo quindi antecedente.
Le guide locali
Soprattutto se viaggiate con bambini, potrebbe essere interessante assoldare una guida locale che parli italiano, che vi permetterà di “scoprire” tutti i segreti e le caratteristiche di quello che andrete a vedere.
Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrarne una per caso, che ci ha accompagnato sia a Piccola Petra, sia il giorno dopo a Petra, per un piccolo tratto e devo ammettere che ascoltare i racconti e le spiegazioni storiche dettagliate ha tutto un altro sapore e spessore, rispetto alle classiche 4 nozioni che si trovano all’interno di una guida cartacea. Anche i bambini sono rimasti incantati ad ascoltare e hanno interiorizzato moltissimo.
Gli abusivi
Oggi Petra è un sito Unesco, purtroppo tenuto malissimo. Infatti, essendo stata utilizzata per secoli come ricovero per le bestie dalle popolazioni nomadi, queste ultime hanno tenuto in scacco le autorità, che oggi chiudono un occhio e permettono una gestione interna di attività commerciali abusive.
Vedrete con i vostri occhi che le strade interne brulicano di bancarelle stracolme di pessimo artigianato, i beduini sfruttano gli asini e i cavalli come mezzo di trasporto interno, frustandoli e obbligandoli a portare i turisti su per le scalinate vertiginose delle montagne, hanno perfino preso possesso dei view point più scenografici, il cui accesso è permesso solamente in cambio di un compenso.
Se come noi siete sensibili allo sfruttamento, ne uscirete arrabbiati e vi sentirete anche un pò presi in giro. Infatti, rispetto al costo della vita, il prezzo del biglietto di Petra è abbastanza caro e ogni sua parte dovrebbe essere compresa. Invece vi verranno chiesti soldi per poter accedere ad alcune aree e per fotografare gli spot più incantevoli. Senza contare la profonda insistenza nella vendita di servizi e la malagrazia con cui verrete trattati ad un vostro eventuale rifiuto.
Petra by night, si o no?
Per chi non lo sapesse, Petra by Night è un’escursione serale guidata all’interno dell’area archeologica: una guida vi porterà lungo il Siq punteggiato da candele e vi condurrà fino al Tesoro, magicamente reso affascinante da questa illuminazione soffusa e suggestiva davanti al quale un musicista inizia a suonare la rababa, un antico strumento simile al flauto, sopra le cui note un beduino racconterà la leggenda di Petra.
Noi siamo stati indecisi fino all’ultimo. A parte il fatto che questo evento notturno si svolge solamente in alcuni precisi giorni della settimana, lunedì, mercoledì e giovedì, sull’argomento abbiamo letto pareri molto discordanti.
Un terribile acquazzone, che si è abbattuto sulla città la sera della nostra visita, ha deciso per noi, togliendoci dall’empasse, ma credo che avremmo lasciato perdere in ogni caso per due motivi. Primo fra tutti la stanchezza. A meno che non riusciate a incastrare Petra by Night la sera prima, vi assicuro che dopo quasi 20 km di scarpinate, non avrete alcuna voglia di rifarvi altri 6 km a piedi la sera. Infatti il sito archeologico chiude alle 18.00/18.30 in base alla stagione e occorre ripresentarsi solamente alle 20:30 al Petra Visitor Center, rientrando poi intorno alle 22:30, ripercorrendo avanti e indietro tutta la strada fra il Visitor Center e il Tesoro dove si svolge l’evento.
Il secondo motivo riguardava le aspettative: se l’idea è sicuramente incantevole e l’atmosfera suggestiva, temevamo l’effetto delusione, per la grande quantità di gente che partecipa all’evento. Infatti non pensiate di essere soli, ma immaginate 150/200 persone che arrivano tutte insieme e ognuna usa gli smartphone per scattare foto, utilizza i flash, sgomita per avere la visuale migliore. Ogni singola persona cerca di fare foto, finendo per disturbare gli altri e rovinando l’intera atmosfera. Un modo del tutto irrispettoso di vivere il sito, che millanta un’esperienza che non sarà mai come l’avete immaginata.
In poche parole, l’ennesimo modo per sfruttare economicamente il sito, stipando tantissime persone in uno spazio ristretto, che cercano a tutti i costi di ottenere uno scatto che probabilmente non saranno mai in grado di fare per la calca e le condizioni notturne.