Il Giappone è una meta ideale per una famiglia che viaggia con bambini: ordinato, pulito, sicuro sotto ogni punto di vista, con tante attività e attrazioni adatte a tutte le età e ricco di giardini e parchi in cui farli correre e sfogare senza problemi o ansie.
Un paese che vanta una particolare attenzione alle famiglie, ai bambini e alle loro esigenze e dove dobbiamo ammetterlo, tutti aspirano a tornare un pò piccoli e immaturi.
Insomma il Giappone è un luogo in cui si sta veramente bene, dove viaggiare è un piacere, un posto dove ci si sente sempre tranquilli senza grandi problemi da affrontare a parte le consuetudini culturali da tenere a mente.
Consultate il nostro itinerario in Giappone fra templi e villaggi di montagna e i nostri consigli per organizzarlo nel periodo autunnale.
In volo
Le ore di volo per raggiungere il Giappone sono proprio tante ma si possono affrontare con una buona organizzazione.
Munitevi di busy bag (valigette da viaggio con una raccolta sostanziosa di giochini, album da colorare e altri piccoli intrattenimenti portatili da viaggio) e non rifuggite mai la buona selezione di film e cartoni animati a disposizione sull’aereo: so che molte mamme storceranno il naso ma non sarà una singola occasione a minare le basi dell’educazione dei vostri figli.
Il nostro volo era diurno, con scalo a Madrid e con una levataccia con notte in bianco: ero terrorizzata all’idea di tutte quelle ore che ci attendevano. E invece, non solo sono passate tranquillamente, ma essendoci alzati così presto e avendo in pratica saltato una notte di sonno, insieme al fuso, ci siamo riallineati naturalmente all’orario giapponese senza troppi traumi legati al jet lag.
Negli alberghi
In Giappone, la scelta della zona in cui dormire non è banale come negli altri paesi, dal momento che le grandi città sono davvero sconfinate e non esistono dei veri centri come in Europa. Occorre pensarci bene sia dal punto di vista delle esigenze (se siete giovani e amate la vita notturna è un conto, se avete bimbi piccoli e la sera dopo aver cenato desiderate solo spiaggiarvi nel letto è un altro) sia dal punto di vista degli spostamenti dal momento che le dimensioni delle città sono veramente mostruose.
In generale, nonostante una rete efficientissima di mezzi pubblici, si finisce sempre per camminare per chilometri e si arriva la sera stanchi morti.
Qui si aprono due scuole di pensiero.
- Chi preferisce alloggiare vicino alle stazioni (che in Giappone sono delle città nelle città, fornitissime di tutto e per nulla pericolose come in Europa) in modo da essere comodi il giorno successivo per i vari spostamenti
- Chi invece preferisce una sistemazione in una zona tranquilla, vicino alle principali attrattive, ricca di ristorantini, anche se meno fornita dal punto di vista dei mezzi.
Noi apparteniamo al secondo gruppo: preferiamo macinare chilometri la mattina, quando siamo freschi e riposati, piuttosto che la sera. Una volta finita la giornata ci piace avere tutto a pochi passi di distanza e non doverci spostare ulteriormente per cenare. Per questo motivo a Tokyo abbiamo scelto di alloggiare ad Asakusa, una zona tranquilla ma anche ricca di localini e a Kyoto nel quartiere di Gion, il cuore storico della città.
Tokyo
Per quanto riguarda la capitale del Giappone occorre sapere che ogni quartiere presenta delle caratteristiche ben differenti, da tenere a mente nel momento in cui si sceglie un alloggio.
Non esiste un vero centro ma tanti piccoli cuori pulsanti, molto diversi fra loro. In questa pagina non mi soffermo sulle caratteristiche in ogni singolo quartiere ma vi posso dire, in base a quello che ho visto, che con un bimbo al seguito per me Asakusa è il quartiere migliore: poco trafficato, silenzioso, tranquillo, per nulla caotico come ad esempio Shibuya o Shinjuku.
La vita serale dei bimbo muniti (soprattutto nei primi anni) non è tutto questo sfavillio: si cena, si fanno due passi e ci si butta nel letto per affrontare riposati la lunga giornata successiva. Per quanto mi riguarda non mi serve molto: una discreta scelta di localini per cenare, qualche viuzza tranquilla per fare una piccola passeggiata digestiva (e a volte nemmeno quella) possibilmente non fra clacson urticanti, insegne al neon sparate negli occhi e sopraelevate sulla testa e poca strada per tornare all’alloggio.
Per questo motivo abbiamo scartato la maggior parte degli altri quartieri di Tokyo che vivono h24 come se fosse giorno. Anche no. Ecco spiegato il perchè di Asakusa: si riesce a cenare lo stesso, si riesce a farsi una birretta post cena ugualmente (se la vostra stanchezza non avrà il sopravvento). Sarà sicuramente meno comoda per raggiungere la metro e la stazione ma almeno i miei occhi spaziano su un panorama piacevole e silenzioso, con case di legno basse, vecchi negozietti d’altri tempi, templi e un ritmo di vita che a Tokyo è sempre più difficile vedere.
Kyoto
Lo stesso discorso vale in parte anche per Kyoto: questa città non possiede la stessa caratterizzazione dei quartieri come Tokyo ma è comunque molto grande e anche in questo caso non possiede un vero centro. O meglio, dipende da quello che intendete per centro.
Se pensate, come succede in Europa, al centro storico, allora state parlando di Gion e Higashiyama, se avete in mente la zona commerciale in cui si trovano la maggior parte dei negozi allora vi riferite a Kyoto centrale, se invece intendete il cuore strategico per i trasporti allora si tratta di Kyoto Station.
Anche in questo caso vale il discorso precedente: meglio alloggiare in posizione strategica per ottimizzare gli spostamenti ma essere circondati da palazzoni (dalla stazione ci passerete millemila volte per fare le varie escursioni giornaliere) o scegliere una zona più decentrata ma in un contesto davvero incantevole anche se non comodissimo dal punto di vista dei mezzi?
In fase di progettazione ci abbiamo ragionato per ore su questo nodo cruciale ma alla fine rimaniamo sempre della seconda scuola di pensiero. Non dico Higashiyama, che la sera dopo l’orario di chiusura dei negozi è veramente deserta, ma Gion secondo noi è il giusto compromesso. Il quartiere delle geishe è stupendo, tranquillo, discretamente silenzioso, fornito di posti per cenare e fare colazione, con una fermata della metro non troppo lontana e piacevole per fare due passi dopo cena.
Tipologia di alloggio
Viaggiare con bambini è faticoso, molto faticoso, le giornate sono infinite e il sonno è una componente imprescindibile. Così come la comodità.
Per questo motivo vi consiglio caldamente di alternare le varie tipologie di alloggio a disposizione.
Dormire in un ryokan
La versione giapponese delle nostre guest house dove tutto è tradizionale, letti alla giapponese con il futon per terra, bagni alla giapponese (spesso in comune), colazione alla giapponese (a base di pesce, alghe, uova, verdure varie, riso, zuppa di miso etc), è sicuramente un’esperienza indimenticabile ma non può essere prolungata e costante.
E’ impensabile dormire su questi materassi in cotone appoggiati a terra per tutta la vacanza, a meno che non vogliate tornare a casa con la schiena a pezzi. Per un genitore che deve correre dietro ai bimbi, portarseli spesso in spalla e reggere tutta la giornata fra capricci, richieste e pianti, il riposo notturno è fondamentale e io non ho mai dormito in maniera più scomoda che sui futon. Per i bimbi è sicuramente un’esperienza molto divertente: è un gioco, un’avventura da condividere con i genitori. Ma per i genitori, secondo me, deve essere alternata a soluzioni più comode.
Affittare un appartamento su Aibnb
E’ una soluzione molto economica e decisamente adatta alle famiglie.
Indipendenza, praticità e comodità soprattutto se intendete cucinare qualcosa ai bimbi (io non sono mai andata oltre il latte caldo, in vacanza mi tengo ben alla larga dai fornelli), fargli fare una colazione casalinga, tenere frutta nel frigo e dormire possibilmente in un letto occidentale a patto di verificare bene in fase di prenotazione che sia indicato. In molti casi, infatti, per questioni di spazio, non ci sono i letti ma i già citati temibili futon da tirare fuori dagli armadi.
Aspetto negativo invece le regole: la raccolta differenziata da fare (non fatevi ingannare dalle complicatissime istruzioni, il tutto si riduce a burnable o not burnable, ovvero bruciabile o no), il togliersi le scarpe prima di entrare e soprattutto il silenzio che con i bambini può essere veramente difficile, in particolare se sono piccoli piccoli o molto capricciosi.
Ostelli e business hotel
Stesso discorso per la comodità nel dormire vale per le grandi catene, gli ostelli (attenzione alcuni hanno il futon) e i business hotel: concedersi ogni tanto una notte in un letto largo, comodo e spazioso è veramente indispensabile per dei genitori che viaggiano con prole al seguito.
Mai notte fu più gradita e confortevole di quella vicino all’aeroporto di Narita prima del volo diurno di ritorno.
Considerazioni
Viaggiare con bambini in Giappone è abbastanza oneroso: i prezzi lievitano in maniera consistente quando si selezionano più di due persone. Per risparmiare un pò potete prenotare per due facendo attenzione che sia disponibile un divano letto o un futon aggiuntivo.
Nel caso delle sistemazioni tradizionali è ancora più semplice: non esistono i futon matrimoniali, ognuno ha il suo e come grandezza corrisponde a una piazza e mezza e quindi si riesce a dormire tranquillamente insieme a un pargolo.
Al ristorante
Se il vostro bimbo mangia tutto e si adatta senza problemi, la cucina giapponese propone pietanze adatte anche ai bimbi: dagli spaghetti di riso e tutti i tipi di noodles agli spiedini di pollo, dalle ciotole di riso semplice alle polpette di polpo o gambero (takoyaki) o alla tempura (frittura di pesce, verdure o crostacei) fino alle frittate e ai ravioli al vapore.
C’è poi tutta una parte della cucina giapponese, che potremmo definire kawaii, ovvero fanciullesca: è il preparare, decorare, modellare il cibo come fosse un fumetto. Questo potrebbe essere un incentivo stimolante per far assaggiare piatti nuovi ai vostri bimbi. Sicuramente si divertiranno a mangiare cornetti a forma di pesciolini.
Criticità
- Preparatevi, soprattutto nei centri commerciali, nei quali si usa mangiare molto spesso, a bruschi cali della temperatura per l’aria condizionata sparata a manetta.
- Un’altra cosa su cui non dovete fare assolutamente affidamento sono le variazioni nel menù: della serie, “questo piatto senza questo e aggiungendo quest’altro potrebbe essere perfetto per nostro figlio”. Un pò come tutti gli asiatici, anche i giapponesi sono caratterizzati da una totale assenza di flessibilità. Se una voce del menù è scritta così, non è dato modificarla. Lo stesso vale per le regole. Sono così, punto.
- Purtroppo in Giappone è ancora consentito di fumare nei ristoranti, all’aperto no ma dentro si (bizzarro vero?). Fortunatamente sono poche le persone che sfruttano questa possibilità ma il fumo passivo è sempre in agguato.
La colazione
Nei ryokan ma anche in molti hotel viene servita la colazione giapponese, che come accennavo prima, è composta da pesce, alghe, uovo, verdure varie, riso o noodle, zuppa di miso e altre cosucce sconosciute. Se decidete di dormire in una guest house tradizionale premunitevi di tutto quello che vi serve per una colazione in stile occidentale per i vostri cuccioli.
Anche le caffetterie come le intendiamo noi sono rare, soprattutto nei centri medio-piccoli, a meno di non imbattersi in uno Starbucks (santo dio del caffè) o in una catena analoga in cui concedersi cappuccino e torta. Questo tipo di locali si trova soprattutto nelle stazioni e nei grandi centri urbani.
Qui si trovano anche panetterie fornitissime con il meglio della pasticceria per fare merenda e colazione all’occidentale con brioche e cornetti farciti.
Al supermercato
Non avendo visitato le zone più densamente ricche di centri commerciali non ci siamo mai imbattuti in supermercati particolarmente forniti ma solamente nei famosi kombini.
I kombini
Sono piccoli store di quartiere aperti 24 ore su 24 e si trovano praticamente ovunque.
I più diffusi sono i Lawson, 7-11, am pm, Family Mart e al loro interno si trova praticamente tutto quello che può servire giorno e notte: cibo da spizzicare, zuppe istantanee, bevande gassate, riviste di ogni genere, beni di prima necessità, igiene personale e altre cose per me assolutamente inutili come le maschere rilassanti per il viso. In questi supermercati non ho mai trovato quasi nulla di veramente utile per mio figlio al di fuori di latte al cioccolato e qualche waffle confezionato.
Fare la spesa
Invece vorrei sfatare un mito che avevo letto molte volte prima di partire: la frutta non è così cara come scrivono.
O meglio, se acquistate quella perfetta e luccicante che si vende mirabilmente confezionata come una scatola di cioccolatini nelle stazioni e nei piani food dei centri commerciali è vero, è venduta come fosse un gioiello, ma se vi recate nelle drogherie di quartiere gestite da vecchietti è abbastanza abbordabile, soprattutto mele, carote e banane di cui mio figlio è ghiotto. In questi negozi ho anche trovato craker e qualche biscotto all’occidentale.
Per strada
Il Giappone è uno dei paesi più sicuri che abbia mai visto. Non vi sentirete mai in pericolo (anche perchè non ce n’è motivo) e i bambini vivono tranquilli e sereni girando da soli già da piccolini.
Per i vostri figli quindi non esistono reali pericoli se non il rischio di perdersi: negli incroci nevralgici, nelle stazioni, in metropolitana e anche nei parchi dei templi durante i week end, la folla di persone è impressionante e spesso è una vera massa mobile che si sposta a ondate. Esistono addirittura i “buttadentro”, degli addetti della metropolitana che spingono la folla che sta salendo sui vagoni. Occorre quindi fare molta attenzione con bambini che amano correre o allontanarsi per il semplice fatto che potrebbero perdervi in pochi minuti.
Un altro pericolo (anche per i genitori) sono le infide e silenziosissime macchine elettriche che si avvicinano furtive senza farsi sentire.
Bagni pubblici
- L’attenzione dei giapponesi per le famiglie è davvero lodevole: troverete sempre fasciatoio e attrezzature varie per agevolare il compito delle mamme come i seggiolini a parete dove lasciare il piccolo durante la sosta in bagno.
- Esistono anche vere e proprie nursery dedicate: sono piccole stanze/bagni in cui allattare in tranquillità o permettere alla mamma di andare in bagno e cambiare allo stesso tempo il bimbo in totale comodità. Sono infatti fornite di lavandino per le mani e un lavandino più profondo per il bidè del bimbo, un fasciatoio (imbottito e comodo, dotato di cintura) e se siete fortunati anche un microonde per scaldare eventuali biberon o pappe.
- Anche le mamme dei bimbi più grandicelli saranno contente: i bagni sono sempre impeccabili e sempre super puliti.
Uso del passeggino
Per tutti coloro che si staranno chiedendo “passeggino sì o no?” la mia risposta è assolutamente sì: con un bimbo di 3 anni vivace e amante delle corse il passeggino è stato determinante negli spostamenti cittadini, dove il traffico e i pericoli legati alla strada sono numerosi. Così come nelle metropolitane affollate e sui mezzi pubblici.
Inoltre passeggiare negli immensi parchi giapponesi stanca parecchio e un aiuto per i sonnellini è indispensabile.
Criticità
- Purtroppo devo annotare che alcune fermate della metropolitana, soprattutto a Kyoto, non sono dotate di ascensori o scale mobili, costringendo noi poveri genitori a vere prove di forza. Per fortuna sono la minoranza.
- Negli spostamenti all’interno delle stazioni preparatevi a fare i chilometri: gli ascensori sono sempre posizionati in punti assurdi per cui camminerete come maratoneti per risparmiare un pò di fatica.
- Sappiate anche che il passeggino in alcuni parchi può incontrare delle difficoltà: infatti esistono alcune aree di templi non propriamente adatte ai passeggini per la presenza di numerose scale o di ghiaia in cui le ruote si arenano miseramente.
- Aree non idonee al passeggino: una parte del Kinkaku-ji e il Kodaiji a Kyoto, Fushiminari, Nikko ma solo nella parte dei templi, il Dasho-in a Miyajima e alcuni templi all’interno del parco di Nara. In tutti questi casi, l’unica cosa da fare è lasciare il passeggino all’ingresso per recuperarlo alla fine della visita. State pur tranquilli che nessuno ve lo toccherà!