Nell’immaginario collettivo alla parola Transilvania appare uno scenario misterioso: popolato di castelli arroccati circondati da boschi ombrosi, leggende spettrali di streghe e di vampiri, atmosfere cupe e quasi magiche che avvolgono un territorio solitario immerso nella nebbia.
E in effetti, viaggiando a cavallo tra ottobre e novembre, in piena suggestione autunnale, fatta di cieli grigi, pioggerellina insistente e tappeti di foglie gialle, la Transilvania ci ha davvero incantato. Non solo per le sue fosche storie di spiriti e vampiri, non solo per le leggende popolari, ma specialmente per la sua atmosfera medievale, per i suoi castelli fiabeschi, per le sue cittadine da cartolina, piccole e deliziose.
La Transilvania ci ha soprattutto stupito: per il divario incredibile fra città e campagne, per i suoi villaggi dai colori pastello in cui il tempo sembra essersi fermato proprio dentro a una di quelle favole popolari, per la sua disarmante autenticità.
La Transilvania è stata davvero una scoperta inaspettata!
Dove si trova la Transilvania
La Transilvania si trova nel cuore della Romania, incastonata fra i monti Carpazi e i Monti Bucegi. E’ una zona che alterna parti collinari, ondulate e paesaggisticamente un pò monotone, ad aree suggestive e boscose, punteggiate di castelli e cittadine pittoresche.
Trovandosi in una posizione strategica a metà fra occidente e oriente, nei secoli la Romania è stata oggetto di aspre battaglie e di conquiste sanguinose: da qui sono transitati popoli molto diversi tra loro. Solo per farvi capire la stratificazione sociodemografica di questa zona, sappiate che da qui sono passati popoli di cultura:
- iranica sarmatica (Iazigi, Roxolani)
- germanica (Eruli, Goti, Gepidi, Longobardi, e più tardi Sassoni e Svevi)
- turco-tatara (Unni, Avari, Proto-bulgari, Peceneghi, Cumani, Tatari, Mongoli, Turchi)
- ugrica (Magiari, Siculi, Csango)
A questi si aggiungono le ondate di matrice latina, slava, ebraica, armena, greca, rom, che qui giunsero come invasori o come immigrati a partire dal III secolo.
Fra le popolazioni ancora presenti e che hanno mantenuto la propria lingua e cultura segnaliamo i Magiari, i Siculi, i Csango, i Sassoni, gli Svevi, i Turchi della Dobrugia e i Gagauzi della Moldavia.
Quando andare
La Romania gode di un clima temperato continentale che da origine a estati calde e inverni molto rigidi, nei quali scende copiosa la neve e in cui vengono chiusi molti passi di montagna.
Sicuramente due sono i momenti migliori per visitare la Transilvani. In primavera, quando la natura si risveglia e si tinge di colori: in questo periodo i prati sono ricoperti di fiori, i colori pastello dei villaggi sassoni si accendono nelle miti giornate primaverili e a Timisoara si svolge il Festival dei fiori.
Noi invece abbiamo scelto l’autunno: a fine settembre e ottobre le vallate coperte di boschi e le montagne Fagaras, la parte più alta dei Carpazi, si rivestono di magnifiche sinfonie di colore dettate dal foliage, ovvero la colorazione delle foglie. In novembre, invece, la presenza di molti alberi quasi spogli, la nebbiolina e la pioggerellina fine, i cieli grigi e tenebrosi, contribuiscono a rendere ancora più affascinante e misteriosa questa terra resa famosa dalle leggende di vampiri e streghe. Io ho apprezzato moltissimo il classico clima di autunno inoltrato: ha reso davvero suggestiva la visita delle città, nonostante le poche ore di luce a disposizione.
Anche sotto Natale deve essere in incanto: ho visto bellissimi scorci innevati proprio in inverno e con la magia delle luminarie e dei mercatini di Natale, la Transilvania deve essere decisamente magica!
Come arrivare
Con un itinerario di pochi giorni a disposizione, la scelta di raggiungere la Romania in aereo è quasi obbligatoria.
Per visitare la Transilvania i due aeroporti più comodi sono quelli di Timisoara e di Bucarest. Ci sono diverse soluzioni, anche low cost, che collegano la Romania con le principali città italiane.
Noi abbiamo volato da Roma Ciampino fino a Timosoara con Wizz Air e il ritorno da Bucarest con Ryanair.
Come spostarsi
Per girare la Transilvania occorre per forza dotarsi di una macchina: i collegamenti ferroviari sono limitati e molte attrazioni si trovano su strade secondarie.
Occorre però rendervi consci di alcune situazioni che potrete incontrare durante il vostro viaggio.
Strade
Sebbene abbiamo notato un certo impegno nell’ammodernare la viabilità, in generale la rete stradale è quasi tutta formata da statali. Esistono ben poche autostrade o super strade. Se poi vi recate nella zona dei villaggi sassoni, molte strade secondarie, sopratuttto quelle che entrano nei centri abitati, sono quasi completamente sterrate, fangose e dissestate.
Alla guida
Non ve lo nascondo: in Transilvania la gente guida malissimo. O meglio, sono davvero spericolati. Non rispettano la segnaletica stradale, fanno sorpassi azzardati in qualsiasi condizione di visibilità, mettono davvero in pericolo chi sta intorno a loro.
Occorre quindi essere estremamente prudenti, vigilare costantemente e stare sempre all’erta. Vi assicuro che assisterete a sorpassi continui, nelle condizioni più impensabili.
Inoltre, vi consigliamo di prestare la massima attenzione ai carretti trainati dai cavalli. Soprattutto nelle campagne e nelle zone rurali, vedrete ancora persone spostarsi con i calessi: non avendo luci e mezzi di segnalazione per la svolta, possono tagliarvi la strada senza preavviso e diventano praticamente invisibili con il calare del sole.
Inoltre nei villaggi spesso non esiste illuminazione: la sera occorre stare molto attenti alle persone che girano a piedi lungo il ciglio della strada.
Cosa vedere in 4 giorni
Con 4 giorni pieni a disposizione avrete modo di vedere e visitare le principali cittadine della Transilvania, molti castelli e chiese fortificate e tanti villaggi caratteristici.
Qui vorrei soffermarmi un secondo proprio sulle zone rurali della Transilvania. Esiste un divario abissale fra le cittadine, piccole bomboniere incantevoli, di chiara influenza asburgica e con connotazioni medievali e i piccoli villaggi della campagna. In queste zone il tempo sembra essersi fermato a prima delle grandi guerre mondiali: le famiglie girano in calesse, non c’è illuminazione, le strade non sono asfaltate, gli animali da cortile scorrazzano indisturbati nei paesini e la gente indossa ancora vestiti tradizionali.
E’ come fare un salto nel tempo e rimarrete impressionati da come la civiltà non abbia ancora scalfito queste zone che vivono di sussistenza e del duro lavoro nei campi.
1° giorno
Purtroppo il tempo è tiranno e non riusciamo a visitare Timisoara. Ci trascorriamo solamente la serata di arrivo, cenando alla fabbrica della birra Timisoreana e facendo colazione il giorno dopo nella bellissima piazza Vittoria. Purtroppo quando si viaggia si devono fare delle scelte e vista la comodità con i voli, ci siamo ripromessi di tornarci per visitarla con calma!
Castello del Corvino
Partiamo di buon mattino: ci attendono quasi 2 ore e mezza di macchina per arrivare al Castello del Corvino. La strada è tutta piatta, percorriamo una specie di autostrada senza pedaggi e arriviamo comodamente a Hunedoara.
Non lasciatevi ingannare dalla periferia industriale della città, fatiscente e deprimente: il castello è una vera meraviglia e supera di gran lunga le aspettative. Possiamo dire con certezza che il Castello del Corvino, pur essendo poco conosciuto, si posiziona nella classifica dei più bei manieri medievali d’Europa: infatti non ha nulla da invidiare a quello di Ludwig in Baviera o di Chillon in Svizzera. E’ sicuramente il più importante monumento di architettura gotica in Romania.
Nato come fortezza prima e trasformato poi in residenza, mostra ancora oggi i segni delle varie fasi della sua costruzione: infatti il castello è composto sia da varie strutture difensive come torri, guglie gotiche, fossati, corridoi fortificati, mura merlate, ponti levatoi, sia da ali residenziali caratterizzate da ampi saloni, loggiati, stanze domestiche e sale di ricevimento, aggiunte in un secondo momento da Mattia Corvino, re d’Ungheria. Il giovane sovrano, abile soldato e saggio regnante (era chiamato Mattia il Giusto), era da tutti riconosciuto per essere anche un grande mecenate. Infatti, insieme alla seconda moglie, l’italiana Beatrice d’Aragona, figlia di Ferdinando I di Napoli, fondò la Biblioteca Corviniana, all’epoca seconda solamente a quella Vaticana.
Non vi nascondo che la visita è davvero emozionante. Sia per i bambini, che si divertiranno ad esplorare torri, passaggi difensivi e ad ammirare le armature dell’epoca, sia per i grandi, che potranno anche visitare le prigioni e le sale di tortura, per conoscere uno degli aspetti più cruenti della vita militare dell’epoca.
Io personalmente mi sono calata in un’atmosfera da fiaba. Pur non essendoci alcun collegamento riconosciuto, il Castello del Corvino assomiglia in maniera impressionante alle descrizioni del Castello di Hogwarts dei libri di Harry Potter. Passeggiando nei suoi cortili e nei suoi saloni, mi immaginavo tra le pagine dei miei libri preferiti e l’atmosfera medievale del castello ha esercitato su di me un incredibile fascino! Senza contare che esistono molti stemmi della famiglia Corvino che ricordano in maniera pazzesca le case della Scuola di Magia più famosa del mondo: corvi, leoni e serpenti!
Sibiu
Finita la visita del castello in tarda mattinata, ci rimettiamo alla guida per raggiungere Sibiu, una delle città più belle della Transilvania. Come descriverla? Piccola, raccolta, romantica e magica. Sibiu infatti è capace di riassumere i tre aspetti che caratterizzano la Transilvania: il passato medievale, l’architettura asburgica e la magia tipica di queste zone.
Rimarrete letteralmente incantati dagli “occhi” delle case. Infatti Sibiu è famosa per i lucernari tipici dei suoi tetti, che hanno l’inconfondibile forma di occhi socchiusi. Il nostro bimbo è impazzito a scovare questi particolari, a notare le differenze (occhi sospettosi, occhi tristi, occhi minacciosi, occhi stupiti…) e a immaginare che le case prendessero vita, come animate da maghi dispettosi!
Da non perdere le bellissime e scenografiche Piata Mare e Piata Mica, due piazze incorniciate da incantevoli palazzi color pastello in stile asburgico. Il nostro consiglio è quello di girovagare fra le viuzze, i passaggi, il ponte delle bugie (la leggenda narra che potrebbe crollare se la persona che lo attraversa è un bugiardo cronico), le scalinate che compongono il centro della città, piccolissimo ma delizioso.
La visita della città si può dir conclusa scendendo verso le mura medievali: qui vi attende una bella passeggiata punteggiata dalle numerose torri difensive. Ognuna era gestita da una corporazione: gli archibugieri, i ceramisti, i carpentieri, gli orafi, i vasai, i falegnami, solo per citarne alcune. Con i colori autunnali e i tappeti di foglie tutto assume un’atmosfera ancora più fiabesca.
Ma Sibiu è incantevole anche per un altro aspetto: la sua anima bohemienne. Girando per le sue stradine pedonali incontrerete caffè, panetterie, botteghe di artigiani, ristorantini e, nella bella stagione, potrete vivere anche i suoi numerosi festival che l’hanno incoronata Capitale europea della Cultura nel 2007.
Dove cenare? Noi vi consigliamo Crama Sibiul Vechi, un ristorante tradizionale dai bellissimi soffitti a volta dove gustare i piatti più gustosi della cucina rumena. Attenzione: non accettano prenotazioni e occorre recarsi presto perché si riempie velocemente.
Se avete ancora tempo a disposizione potete salire in cima alla Torre dell’Orologio (chiude nella stagione invernale) o al campanile della cattedrale (noi l’abbiamo trovata chiusa per ristrutturazione), visitare il minuscolo Museo della Farmacia o il piccolo Museo di storia naturale, nel cui giardino antistante si trova un’esposizione di statue di dinosauri.
2° giorno
Dopo aver rifatto un giretto del centro (si visita tutto in pochissimo tempo) e una buona colazione, partiamo per la seconda tappa di questo piccolo viaggio on the road.
Villaggi sassoni
Lungo il percorso incontriamo una serie di incredibili villaggi sassoni: Nocrich, Altana e Danes.
La presenza sassone in queste zone ha origine sotto la dominazione del re ungherese Geza II, che invitò i residenti della Franconia a colonizzare queste terre. Successivamente il monarca si preoccupò di difendere i villaggi dei coloni dagli attacchi turchi dotandoli di massicce mura difensive, chiese fortificate, torri campanarie che fungevano da vedette e porte protette da saracinesche.
Quando la popolazione di origine sassone, dopo la seconda guerra mondiale, fece ritorno in Germania e in Austria, questi villaggi furono progressivamente abbandonati e occupati dalle etnie rom. Qui esistono ancora sacche di presenza tedesca ma i tratti somatici della popolazione locale indica inequivocabilmente la matrice rom.
I villaggi sono pazzeschi: le case dai color pastello e dall’architettura sassone, curate e deliziose, stridono con l’arretratezza sociale in cui vivono. Qui spesso le strade non sono asfaltate, soprattutto quelle secondarie, l’illuminazione scarseggia, le fogne sono a cielo aperto, la gente si sposta sui carretti di legno trainati dai cavalli, girano branchi di cani selvatici giù dalle colline, gli animali da cortile scorrazzano per le strade, il fango regna ovunque e la modernità sembra non essere mai arrivata, nonostante la distanza dalle città più famose della Transilvania sia davvero esigua. Sembrano micro mondi rimasti imprigionati in una bolla temporale.
Chiesa fortificata di Biertan
Circondata da case color pastello e locande medievali, la chiesa fortificata di Biertan offre ai suoi visitatori un’immagine da cartolina della Transilvania. Vi assicuro che con i tappeti di foglie gialle, l’aria frizzantina e il cielo plumbeo dell’autunno, il tutto si è ammantato di fascino antico.
Costruita in stile tardo gotico la chiesa risulta stupenda soprattutto per la sua tripla cerchia di mura possenti, per le torri difensive dai tetti color ruggine e per il corridoio coperto che porta sulla rocca.
Quando visiterete gli interni non dimenticatevi di andare fino alla sagrestia e osservare attentamente la sua porta. Qui venivano custoditi i tesori della chiesa e la porta era dotata di un formidabile meccanismo di chiusura composto da 19 serrature. Un capolavoro di ingegneria così incredibile da aggiudicarsi il primo premio all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.
Non mancate di fare un giro nel villaggio di Biertan, un altro paesino sassone particolarmente pittoresco e rimasto ancora autentico nella sua semplicità.
Sighisoara
Se Sibiu ci era sembrata incantevole, Sighisoara ci lascia letteralmente senza parole. E’ la quintessenza della Transilvania: un borgo arroccato, dalle piccole case color pastello, che mostra perfettamente lo stile architettonico sassone di epoca medievale.
La cittadella è un vero gioiellino: si nota subito che ci troviamo in zone più turistiche ma lo sfruttamento del mito di Dracula e delle potenzialità di questo borgo sono ancora lontane dai nostri standard. Risultato? E’ tutto ancora molto autentico. Che il conte Vlad sia o meno nato qui, come vuole la leggenda, poco importa: la bellezza di questa città si trova nella sua perfetta conservazione degli edifici, dei bastioni, delle torri e nell’atmosfera da fiaba che respirerete ad ogni angolo.
Data la vicinanza con Bucarest e con Brasov, molti decidono di visitare Sighisoara in giornata. Noi vi consigliamo invece di pernottarci: quando la maggior parte dei turisti sarà ormai ripartita, la cittadina si svuoterà quasi completamente, rivelando la sua bellezza.
Di sera Sighisoara mostra il suo lato migliore: con i lampioncini accesi, i ciottoli luccicanti dopo la pioggia autunnale, la nebbiolina e i bagliori delle taverne il borgo si ammanta di un’atmosfera da fiaba gotica.
Lasciando la macchina nella parte nuova della città, potrete iniziare la prima parte della salita alla cittadella, attraverso stradine tortuose e colorate. Infatti il primo step è l’ingresso sotto la Torre dell’Orologio. Da qui in poi vi troverete nella parte più cospicua del borgo: un intrico di vicoletti acciottolati da girare senza fretta, ammirando ogni scorcio e ogni angolo.
Cosa non perdere assolutamente? Per prima cosa la visita della Torre dell’Orologio. Al suo interno si trova un interessante museo di storia ricco di oggetti originali dell’epoca. Inoltre potrete salire fino alla grande balconata da cui si gode una vista a 360° sulla città. Imperdibile è anche il suo orologio risalente al XVII secolo, formato da 7 marionette di legno che rappresentano i giorni della settimana, incarnando sette divinità antiche, sette pianeti e sette metalli:
- Lunedì – Artemide- Luna – Argento: una figura femminile in abito blu, con una mezza Luna sulla testa, simbolo dell’argento, con arco e freccia fra le mani. Questa Signora della Notte è Artemide per i greci e Diana per i romani, Dea della caccia e protettrice della natura, degli animali e delle donne.
- Martedì – Marte – Ferro: una figura maschile vestita con una maglia rossa, un abito blu e un elmo in testa. Questa figura impugna una lancia, simbolo della guerra e incarna il Dio Marte.
- Mercoledì – Hermes – Mercurio: una figura maschile con un soprabito rosso, una vestito verde, un caduceo nella mano destra e una sacca di monete nella sinistra, sulla sua testa si trova un simbolo che rappresenta la natura ermafrodita e il mercurio, metallo che può modificare altri elementi. Hermes era il messaggero dei misteri e dei principi esoterici, un mediatore fra il mondo visibile e quello invisibile.
- Giovedì – Zeus – Giove – Stagno: una figura maschile con una maglia rossa, un mantello d’ermellino e una corona d’oro sulla testa, poggia il piede destro su un globo, simbolo dell’universo, tiene nella mano destra il simbolo della luce, mentre nella sinistra il simbolo di un fulmine. Incarna Giove o Zeus per i greci, il re di tutti gli Dei.
- Venerdì – Afrodite – Venere – Rame: una figura femminile vestita con una gonna verde a righe rosse, con il petto e le gambe nude e sulla testa il simbolo del rame, il metallo rosso simbolo della passione, associato con il pianeta verde, simbolo della bellezza. Questo personaggio incarna infatti Afrodite o Venere, divinità della bellezza e dell’amore.
- Sabato – Crono – Saturno – Piombo: una figura maschile a torso nudo, con un paio di pantaloni rossi e sulla testa il simbolo del piombo, che indica stabilità e assenza di movimento. Questo personaggio incarna Saturno, il padre degli antichi Dei, il titano greco scappato in Italia che insegnò agli antichi romani l’agricoltura.
- Domenica – Elio – Sole – Oro: una figura femminile con una maglia blu, una gonna rossa, una grossa cintura e dei raggi d’oro attorno alla sua testa, simbolo di questo metallo prezioso. Rappresenta il Sole, il Dio Elio per i romani e i greci. Si crede che la posizione delle braccia simboleggia il movimento del Sole che si alza e abbassa sulla Terra.
A due passi dalla torre incontrerete la presunta casa natale del Conte Vlad (oggi convertita in un ristorante), la statua del sinistro personaggio, e la Casa dei Cervi, chiamata così per la presenza di due cervi uniti da una sola testa dipinti a grandezza naturale su un angolo della casa.
Ma si sale ancora: tramite una lunga scalinata coperta (e molto buia) di ben 175 gradini, giungerete alla Chiesa sulla Collina. Qui si domina la città con uno sguardo e potrete anche fare una passeggiata nel sinistro cimitero sassone che in autunno e sotto Halloween è davvero spettrale!
Ricordatevi poi di fare il giro delle mura, passando accanto alle varie torri: dei calzolai, dei sarti, dei fabbri, degli stagnai, dei macellai, dei pellicciai. E’ proprio lungo questa passeggiata un pochino defilata che potrete ammirare alcuni degli scorci più suggestivi della città. Peccato che le torri siano tutte chiuse al pubblico.
Dove cenare? Noi vi consigliamo Altepost, un’incantevole locanda dove gustare la cucina sassone e rumena in un bellissimo edificio del 1851.
3° giorno
Anche nella tratta tra Sighisoara e Brasov, ammiriamo la natura e i villaggi sassoni della Transilvania. In particolare, per raggiungere Viscri, siamo costretti a seguire delle stradine secondarie immerse nella campagna: attraversiamo insediamenti rurali che, ancora una volta, ci lasciano senza parole. Di nuovo il tempo si è fermato.
Viscri
Arriviamo a Viscri prestissimo, ancora prima dell’apertura della chiesa e capiamo subito di aver di fronte la Romania più autentica, quella ancora non toccata dal turismo, che vedrà forse una manciata di visitatori al mese.
Lo scenario che ci si para davanti è da documentario d’epoca: una manciata di case colorate, galline e oche che scorrazzano in mezzo al fango, abbeveratoi per animali e persone ricavati da tronchi di albero, cavalli e mucche al pascolo, anziani signori che camminano come sagge tartarughe, profumo di pane fatto in casa nell’aria.
La chiesa fortificata di Viscri è patrimonio dell’Unesco dal 1999 e venne edificata dai re sassoni nel XII secolo pensandola come una vera e propria fortezza in caso di guerra. Potrete visitarla liberamente facendo il giro della mura, salendo sulla torre campanaria, le cui scale interne lasciano qualche dubbio sulla sicurezza, ammirare gli oggetti di uso quotidiano di epoche passate esposti nel piccolo museo della fortezza.
Non perdetevi un giretto per il paese per osservare i volti perplessi ma cordiali dei sui abitanti e fotografare mille scorci caratteristici.
Castello di Rupea
Prima di arrivare a Brasov, ci fermiamo alla Cittadella di Rupea. Questa fortezza militare si trova al crocevia tra la Transilvania, la Moldavia e la Valacchia ed è stata l’ultimo rifugio dei Sassoni insorti contro il re Carlo I d’Angiò d’Ungheria. Il suo ruolo principale era quello di accogliere la popolazione rurale in caso di attacchi, soprattutto da parte dei turchi e dei tartari, e come rifugio per le persone che cercavano di non essere contagiate dalle ondate di peste.
La fortezza fu costruita su una roccia basaltica ad un’altezza di circa 21 metri sopra la piazza centrale della città Rupea. Se si guarda dall’alto ricorda la forma di una lumaca o una spirale ascendente che si estende su una superficie di circa 10.400 mq. Nonostante oggi sia praticamente vuota e deserta, un tempo ospitava ben 100 case, cantine e spazi per le riserve alimentari.
La sua posizione strategica e l’abilità ingegneristica di chi l’ha progettata hanno garantito la sua esistenza e sopravvivenza nel tempo. Pensate che, nonostante sia stata attaccata diverse volte, la fortezza non è mai stata conquistata.
Oggi conserva intatto il suo fascino medievale e in estate vengono organizzate al suo interno numerose feste a tema con tanto di dame, cavalieri e menestrelli.
Brasov
Arriviamo a Brasov subito dopo pranzo, in tempo per esplorare la città prima che tramonti il sole. Capiamo subito che qualcosa è cambiato. Questa pittoresca città medievale, a circa 180 chilometri da Bucarest e immersa nello splendido scenario dei Carpazi, è proiettata nella modernità (c’è addirittura uno Starbucks sulla piazza principale) e sembra lontana anni luce dagli scenari in bianco e nero delle campagne attraversate fino ad ora.
Il piccolo centro storico è perfettamente conservato e mantiene intatto il suo fascino grazie al reticolo di stradine, alle chiese svettanti e agli edifici color pastello in stile barocco e ornati di guglie gotiche. Tutta la città storica si concentra all’interno di una possente cinta muraria difensiva, alta circa 12 metri e lunga 3 chilometri, costruita dai sassoni per difendere la colonia mercantile.
Non sono moltissime le cose da vedere, Brasov è più che altro un luogo da assaporare. Vi consigliamo di iniziare la visita dalla piazza principale, la più scenografica, Piata Sfiatului, un luogo incantevole. Sedetevi sulle panchine e ammirate il contorno urbano, la scritta in stile hollywoodiano sul monte Tampa e il brulicare di persone che passeggiano. Si narra che la piazza sia legata alla fiaba dei fratelli Grimm, il Pifferaio Magico: secondo la leggenda i bambini scomparsi da Hamelin (Germania) per mano del pifferaio, ricomparvero proprio in Piata Sfatului.
Poi proseguite ammirando la Biserica Neagram, la bellissima Chiesa Nera, la più grande chiesa Gotica della Romania: risparmiatevi l’ingresso. E’ molto più interessante ammirarla da fuori che internamente. Il suo nome infatti deriva da un incendio che scoppiò nel 1689 e che annerì le sue mura esterne.
Poi raggiungete Porta Ecaterinei, la Porta di Santa Caterina, una costruzione in stile rinascimentale risalente al 1559, sormontata da 4 piccole torri che simboleggiano lo jus gladii, il potere di vita e di morte sui sudditi. Il parco pubblico davanti alla porta ospita un’esposizione di sculture in legno a tema animali del bosco che farà impazzire grandi e bambini!
Tornando verso il centro lungo Strada Cerbului, sulla sinistra incontrerete Strada Sforii, una delle vie più strette d’Europa: larga 1,32 metri e lunga 83 metri questo vicolo pittoresco è diventato uno dei luoghi più instagrammati della città al punto che un lungo tratto è stato volutamente adibito dal comune a “muro delle scritte”.
Prima di tornare su Strada Republicii, il “corso” della città, ricco di botteghe, locali, caffè e bei negozi, vi consigliamo di fare una deviazione verso il grande parco pubblico ai piedi del monte Tampa. Qui si apre un reticolo di viali pedonali in cui passeggiare, parchi giochi e una meravigliosa vista sulle mura e sui torrioni della città. Si può anche salire in cima al monte, per un panorama strepitoso, sfruttando la teleferica che chiude però molto presto, soprattutto nei mesi freddi. Il parco in autunno si tinge di colori meravigliosi !
Dove cenare a Brasov? Noi vi consigliamo La Ceaun: un ristorantino sulla piazza principale che propone piatti rumeni rivisitati!
4° giorno
Il sole compare finalmente a farci visita e dopo la colazione, facciamo due passi in centro prima di proseguire verso la prossima meta.
Fortezza di Rasnov
Molto meno conosciuta rispetto ad alcuni famosissimi castelli della Transilvania, la fortezza di Rasnov a noi è piaciuta moltissimo. Più che un castello, si tratta di una fortezza-cittadella che domina la città con un’imponente cinta muraria, nove torri di avvistamento, due bastioni ed un ponte levatoio.
A causa della sua posizione strategica la cittadella non è mai stata espugnata per 400 anni, dalla sua fondazione nel 1200 ad opera dei cavalieri teutonici fino al 1600, quando la fortezza dovette capitolare dopo un lungo assedio. Se nessuno riuscì mai a far crollare le sue mura alte 5 metri e larghe più di un metro e mezzo, fu la sete e la mancanza di acqua a costringere i suoi abitanti ad aprire le porte.
Purtroppo una volta entrati vi accorgerete che il sito non è stato adeguatamente ristrutturato: molte parti sono fatiscenti, le mura percorribili sono lasciate all’abbandono e le case, invece di essere adibite a mostre, spazi espositivi o affidate ad artigiani qualificati, ospitano negozi di cineserie di basso livello. Un vero peccato perché la struttura è davvero meravigliosa.
Come raggiungerla? Potete salire con la teleferica che parte dalle pendici della collina, oppure comodamente in macchina, parcheggiare alla fine della strada e percorrere l’ultimo tratto a piedi o usufruendo, per 1 euro, del passaggio con un trenino a motore.
Castello di Bran
A due passi da Rasnov si trova la più famosa attrazione della Transilvania, il castello di Bran, meglio conosciuto come il castello di Dracula.
Qui occorre fare una doverosa precisazione: il castello di Bran non è il castello di Dracula, anche perché Bram Stoker, lo scrittore irlandese creatore del mito dei vampiri, non è mai stato in Romania. L’ispirazione arrivò dall’incontro nel 1890 con il professore ungherese Ármin Vàmbéry, il quale raccontò allo scrittore la leggenda del principe rumeno Vlad Ţepeş Dracul, meglio conosciuto come Dracula. Questo personaggio venne rielaborato e trasformato da Stoker nel Conte Dracula, il protagonista del suo racconto, dopo aver studiato a tavolino la cultura, la mitologia dei Balcani e la figura storica di Vlad Tepes. Nei miti popolari rumeni infatti si parla di vampirismo e di strigoi, creature non morte incapaci di trovare pace nell’aldilà e che si nutrono del sangue degli animali tormentando le persone.
In realtà Vlad non visse mai al castello di Bran, vi soggiornò solamente per motivi militari, in quanto il maniero, con la sua posizione strategica al confine fra la Transilvania e la Valacchia, era uno strumento di protezione contro i nemici invasori e quando venne successivamente imprigionato. Questo meraviglioso castello ebbe quindi funzione difensiva durante la guerra contro l’Impero Ottomano e successivamente residenza reale dei sovrani del Regno di Romania e in particolare dimora personale della Regina Maria che apportò significative modifiche alla struttura originale.
Per entrare nel castello, occorre superare una specie di piccolo villaggio, una concentrazione di botteghe e negozietti di souvenir, ovviamente a tema draculesco di pessimo gusto e di prodotti locali. Poi si attraversa il parco e si sale lungo un viale fino all’ingresso vero e proprio.
Non lasciatevi sedurre dalla possibilità di acquistare il biglietto cumulativo che include la discesa nei sotterranei del castello. E’ una vera truffa: si paga per prendere un ascensore, percorrere un piccolissimo corridoio con monitor che proiettano immagini vampiresche di cattivo gusto e poi ritrovarsi in un battibaleno nel parco al di fuori del castello! Durata complessiva: 3 minuti!
La visita vi farà scoprire i 4 piani del castello: si capisce subito che il maniero ha subito molte modifiche e aggiunte nel corso dei secoli. Infatti, a differenza dei classici castelli dalla conformazione precisa e ordinata, l’interno di Bran è un susseguirsi labirintico di mezzi piani, scalette a chiocciola, passaggi segreti, piani sfalsati, torri e torrette, saliscendi che vi faranno venire il mal di testa ma che divertiranno moltissimo i bambini!
I due punti più suggestivi? La balconata interna, da cui ammirare la complessa conformazione architettonica del castello e il cortile, con il pozzo di pietra e la vista sui tetti rossi.
Durante la visita passerete attraverso il piano destinato alla servitù, quello adibito ad abitazione della regina Maria e della figlia, la principessa Ileana, ed infine quello dove visse Re Ferdinando.
Il castello di Bran si è rivelato davvero magnifico, originale e molto interessante dal punto di vista storico. Peccato averlo visitato appena finito Halloween: tutte le sale erano “decorate” con scheletri, ragnatele, finto sangue, pipistrelli e molti altri addobbi vampireschi davvero kitsch e decisamente fuori contesto.
Se vi recate in autunno, non perdetevi un giro del grande parco che circonda il castello: le tinte delle foglie sono impagabili e dal laghetto si gode una vista stupenda sul maniero.
Castello di Peles
C’è un’unica tappa che rimane da fare prima di prendere il volo di ritorno da Bucarest (che noi non visitiamo): il castello di Peles, fuori Sinaia.
Completamente diverso da quello di Bran, il castello di Peles lascia tutti senza parole. Pensato e ideato nel 1875 dal re Carlo I, il primo sovrano romeno, la residenza reale è un mix incredibile di stili: gli esterni sono neo-rinascimentale tedesco, mentre le stanze interne sono decorate con le più svariate tendenze dell’epoca. Un lavoro che durò per quasi 40 anni e che si concluse solo qualche mese prima della morte del re.
Per i tempi, questo castello era avveniristico: infatti il progetto fu concepito per dotare l’edificio di servizi mai visti prima nei castelli europei. Non a caso fu il primo ad avere un impianto di riscaldamento centralizzato, un impianto di corrente elettrica e addirittura un aspirapolvere.
Purtroppo il lunedì il castello è chiuso e noi abbiamo potuto ammirarlo solo da fuori. Ricordatevi che è obbligatorio lasciare la macchina al monastero e percorrere un sentiero a piedi fino all’ingresso.
Dove dormire
La Romania è veramente una meta economica e vi permetterà due scelte diverse: risparmiare davvero moltissimo pur soggiornando in hotel e b&b curati e accoglienti, oppure concedersi strutture che da noi non sarebbero avvicinabili, spendendo comunque poco.
Noi abbiamo scelto di alloggiare in buoni appartamenti e hotel a prezzi economici con un’unica condizione: essere molto centrali.
Timisoara
Dove dormire
Sibiu
Dove dormire
Sighisoara
Dove dormire
Brasov
Dove dormire
Cosa mangiare
La cucina romena è una cucina semplice. Non vanta un numero impressionante di pietanze, ma quelle più tipiche sono saporite e gustose. Quasi tutto ruota intorno ad ingredienti semplici della tradizione contadina: maiale, fagioli, cipolla, verza, polenta.
Noi vi consigliamo assolutamente di provare la carne di maiale in tutte le sue forme: spiedini, stinchi, salsicce e costolette, accompagnate da spaztle, piccoli gnocchetti acqua e farina, ma specialmente dalla polenta, la mamaliga, saporitissima per la presenza del formaggio.
Buonissimi i sarmale, dei gustosi involtini di foglia di verza o di cavolo riempiti con macinato di maiale, verdure e spezie. Da assaggiare anche le numerose ciorbe, ovvero zuppe calde e fumanti, perfette in inverno, spesso servite dentro ciotole ricavate da forme di pane.
Transilvania con i bambini
Viaggiare con bambini in Romania è abbastanza semplice, non ci sono particolari situazioni da tenere sotto controllo. L’unica cosa cui prestare molta attenzione è l’acqua: si consiglia di non bere l’acqua del rubinetto.
In generale la Transilvania è perfetta come meta con i bambini, soprattutto quelli in età scolare: si divertiranno moltissimo ad esplorare i castelli, cittadelle e fortezze, ad ammirare le armature dei cavalieri, ad ascoltare fiabe e leggende, a scoprire passaggi segreti e a trovare “gli occhi delle case” di Sibiu. E’ come fare un viaggio in un libro di favole, in cui, per di più, si parla di streghe e di vampiri!
Inoltre, essendo le cittadine piccole e quasi tutte con il centro storico pedonale, sono davvero a misura di bambino, che potrà camminare senza pericoli.
Come coinvolgere i bambini al viaggio
Come famiglia crediamo moltissimo all’importanza di preparare i bambini al viaggio e a quello che vedranno e visiteranno. Non sempre si riesce, non sempre è facile, ma cerchiamo il più possibile di farlo anche per le piccole destinazioni e non solamente per i viaggi importanti e molto lunghi.
Gli strumenti che abbiamo a disposizione sono sicuramente film e cartoni, i più immediati, ma soprattutto i libri, che aprono la mente e stimolano la fantasia.
Film
Un ottimo modo per esorcizzare le paure e avvicinare i bambini al mondo della Transivania è quello di vedere tutti insieme la trilogia di Hotel Transilvania.
Sono tre bellissimi film di animazione che giocano e ironizzano sulla diversità e sul concetto di “mostro”.
Cartoni
Un bel cartone che piace molto a nostro figlio è Vampirina, della Disney. Racconta proprio la storia di una famiglia di vampiri che dalla Transilvania si trasferisce in Pennsylvania portandosi dietro stranezze e tradizioni spettrali.
Libri
Il mito di Dracula, ovviamente, è molto difficile da leggere e da capire per i bambini. Senza contare l’alto rischio di spaventarli e terrorizzarli. Ma ci sono una serie di valide alternative che aiuteranno i vostri figli ad approcciarsi a questo tema, libri diversi in base all’età.
- Vampiri. Con adesivi. Ediz. illustrata
- La scuola dei vampiri, storie in 5 minuti
- Dracula. Ediz. a colori
- Il libro dei vampiri. Ediz. illustrata
- Il segreto di Dracula. Agatha Mistery
- Dracula di Bram Topker
- A volte ritornano, Orecchio Acerbo
- Caro Vampi. Ediz. illustrata
- Le storie del brivido. Ediz. a colori
come al solito hai scritto e spiegato con chiarezza tutto.meglio di una guida turistica . mi hai fatto vivere il viaggio e fatto venir voglia di partire.sei un mito.
Ciao Chiara racconto dettagliato e preciso che mi ha offerto uno spunto per il prossimo week end lungo dei santi.
Vorrei chiederti info per il noleggio auto: viste le condizioni delle strade occorre un mezzo particolare? Hai speso molto di più per la riconsegna in luogo diverso e ti sei affidata alle solite compagnie internazionali o a qualcosa di locale? Grazie mille
no, non serve un mezzo particolare, solo molta attenzione alla guida…degli altri! per il noleggio ci siamo affidati a un noleggio locale e non abbiamo speso molto
Che meraviglia di recensione!!!