Cosa vedere negli Stati Uniti del Sud, itinerario di 2 settimane

Se vi dico Deep South, oppure Stati Uniti del sud, cosa vi viene in mente? A me la cultura nera, il blues, Johnny Cash, Elvis Presley, il fiume Mississippi, la cucina cajun,  New Orleans, il voodoo, le piantagioni di cotone e la lotta per i diritti civili di Martin Luther King. E in effetti è tutto questo e molto, molto di più.

Questo è un viaggio diverso da tutti quelli che negli anni abbiamo intrapreso negli States, un viaggio con davvero poca natura, nessun trail, nessun parco nazionale, ma tantissima storia, cultura e musica.

Un viaggio fatto di città, di musei, di case storiche e tanta strada da macinare in sole 2 settimane. Si tratta di un vero on the road da 3600 chilometri, attraversando South Carolina, Georgia, Alabama, Tennessee, Mississippi e Louisiana. Un viaggio che mescola la storia più buia degli Stati Uniti, il cinema, la musica, la cultura più profonda e la cucina speziata.

Quando andare negli Stati Uniti del Sud

Siamo nel profondo sud degli Stati Uniti, una zona, specialmente quella della Louisiana e dell’Alabama che in estate diventa rovente e schiacciata dall’umidità e dall’afa. Le temperature percepite sono altissime e viaggiare diventa davvero difficile, specialmente per chi soffre il caldo. Unica nota positiva, la fioritura dei campi di cotone e le canne da zucchero in pieno sviluppo.

In autunno invece, essendo affacciata sul Golfo del Messico, questa zona viene spesso martoriata dagli uragani. Basti ricordare solamente Katrina, che nel 2005 spazzò New Orleans a fine agosto.

La primavera, invece, è il periodo in assoluto migliore. Noi siamo stati a fine marzo/primi di aprile, in occasione delle vacanze di Pasqua, e abbiamo trovato una temperatura perfetta, con giornate da manica corta e serate con felpa, specialmente nelle zone più a nord. Il 100 gr utilizzato solamente nell’unica pioggia incontrata durante tutto il nostro viaggio. Immaginate un clima simile al nostro maggio/giugno, con picchi più alti in Louisiana, la parte più a sud e picchi più bassi nella parte interna.

La scelta di questo periodo è cruciale anche se avete intenzione di fare delle escursioni in barca nel bajou, ovvero il particolare ambiente presente nel delta del Mississippi, in Louisiana: è formato da zone paludose che si snodano tra i diversi bracci del fiume e i corsi d’acqua che creano una rete navigabile abitata da alligatori, lamantini, delfini, crostacei, anfibi e volatili come l’airone o l’ibis. In estate la calura è insopportabile e queste distese di acqua vengono letteralmente infestate dalle zanzare e dai moscerini.

Inoltre, a rendere il periodo primaverile perfetto, le fioriture. Quasi tutte cittadine sono impreziosite da viali contornati di alberi di ciliegio, pesco e mandorlo, che in primavera traboccano di fiori rosa e bianchi: una vera meraviglia. Senza contare che tutte le stupende case storiche vittoriane e ante bellum sono circondate da giardini curatissimi, traboccanti di piante in fiore, dai molti colori. Un vero paradiso per gli occhi. Per non parlare poi della whisteria, ovvero il glicine spontaneo che si trova praticamente ovunque e che cresce anche ai bordi delle strade creando incredibili macchie di colore lilla ovunque.

Ultimo ma non meno importante, le case storiche di queste zone, spesso aprono solo in alcuni periodi dell’anno, tra cui, appunto, la primavera: un esempio per tutti le più importanti dimore di Natchez, che sono visitabili esclusivamente 1 mese l’anno, tra marzo e aprile.

Come organizzare un itinerario negli Stati Uniti del Sud

Non esiste un verso privilegiato per costruire il vostro itinerario negli Stati Uniti del Sud. Potrete comporlo in tanti modi differenti, in base ai giorni a disposizione, alla vostra voglia di macinare chilometri, ai vostri interessi e alla disponibilità di voli.

Anche il numero di stati da visitare cambia in base alle scelte logistiche. Ad esempio, abbiamo inserito la Carolina del Sud perché siamo atterrati a Charleston. Molti, invece, fanno un anello su Atlanta, verso cui c’è molta disponibilità di collegamenti. Invece l’Alabama, che molti saltano, per noi era un punto fermo: quanta storia, quanta musica è nata qui. Non potevamo non andare in Alabama!

Il nostro itinerario

  1. Roma – Philadelphia – Charleston
  2. Charleston
  3. Charleston – Magnolia Plantation – Beaufort – Savannah
  4. Savannah – Tybee Island
  5. Savannah – Macon – Milledgeville – Eatonton – Madison – Athens
  6. Athens – Covington – Montgomery
  7. Montgomery – Birmingham – Jack Daniels Distillery – Nashville (Cooter’s)
  8. Nashville
  9. Nashville – Memphis: Lorraine Motel e Sun Studios
  10. Graceland – Clarksdale – Jackson
  11. Natchez Trace Parkway – Natchez
  12. Natchez – Avery Island – Thibodaux
  13. Oak Alley – Laura Plantation – New Orleans
  14. New Orleans
  15. New Orleans – Tour Bayou – Mobile
  16. Mobile – Pensacola – Charlotte – Roma

Cosa vedere negli Stati Uniti del Sud

Quando abbiamo progettato questo viaggio, sognato da quando ero ragazzina, eravamo un pelino spaventati, temevamo il cosiddetto effetto boomerang: una cosa tanto desiderata e agognata che si scontra a 100 all’ora con una realtà molto diversa e tremendamente deludente, come era già successo per il viaggio a Cuba. Inoltre avevamo paura della noia, della ripetizione, delle troppe città, della poca natura, che noi solitamente ricerchiamo in un on the road.

E invece è stata puro amore. Emozioni grandissime hanno caratterizzato questo viaggio, emozioni legate a una storia tremenda e dolorosa, legate a grandi ideali che qui hanno combattuto per trovare una legittimazione, alla musica che ha accompagnato da sempre la nostra vita, all’aver approfondito da vicino un pezzo di storia che qui si studia poco e sempre di sfuggita.

In realtà, è stato un viaggio molto vario, che ha mescolato bene tanti aspetti diversi. In queste zone, infatti si intrecciano 3 grandi filoni, fra di loro sempre interconnessi che sono legati profondamente alla musica: la schiavitù, la guerra di secessione e la segregazione razziale da un lato, la musica country, blues e jazz dall’altra.

Durante il viaggio si ha quindi modo di approfondire questo pezzo di storia con la visita alle dimore ante bellum, i mercati degli schiavi, le piantagioni di cotone e di canna da zucchero, i musei sui diritti civili e i luoghi della rivolta pacifica di Martin Luther King e Rosa Parks.

Tra un museo e una casa storica, ci sono le città della musica: Nashville per il country, la patria di Johnny Cash, Clarksdale e  Memphis per il blues e la vita di Elvis Presley, New Orleans per il jazz.

Senza dimenticare la sfaccettata e affascinante cultura cajun di New Orleans, che intreccia sapori e suggestioni africane, francesi e indigene, creando una mescolanza assolutamente unica, sia nelle tradizioni che nella cucina speziata e nella religione voodoo.

E ancora gli ambienti decadenti del bajou, l’imponente fiume Mississippi e le suggestioni di Mark Twain e i suoi Tom Sawyer e Huckleberry Finn (anche se i libri sono ambientati in Missouri), il mondo cowboy del Tennessee, la fabbrica del Jack Daniel’s, l’isola in cui da secoli viene prodotto il Tabasco .

E vogliamo parlare del cinema? Qui potrete ammirare i luoghi dove hanno girato pietre miliari del grande schermo, come Via col vento, Pomodori Verdi Fritti, The Help, Forrest Gump e, tenetevi forte, Hazard, la mitica serie tv anni 80, solo per citarne alcuni.

E la cucina? Qui siamo nella patria assoluta del BBQ, della birra artigianale e della cucina cajun, speziata e deliziosa. Non ci saranno sicuramente ristoranti gourmet, ma una cucina casalinga ricca e succulenta, che mai vi stancherà, deliziandovi tra le tenere carni del Tennessee e i gamberi della Louisiana.

Si capisce che mi sono innamorata di questo viaggio?

Unico consiglio che mi sento di dare a chi viaggia con bambini: preparateli bene prima di partire, oppure potrebbero annoiarsi molto.

Cosa vedere in South Carolina

Il South Carolina è lo stato perfetto per iniziare un viaggio nel Profondo Sud degli Stati Uniti. Noi siamo rimasti senza fiato nell’essere catapultati in un luogo solare, colorato e ricco di suggestioni .

Potrete iniziare a capire fin da subito come gli stati meridionali d’America siano un crogiolo di culture fuse insieme, dove ancora vive la comunità gullah: qui infatti, i lavoratori delle piantagioni sono riusciti a mantenere vive le tradizioni del loro paese natio fin dai tempi della schiavitù e hanno lasciato in eredità ai moderni afroamericani una cultura composta da un particolare dialetto creolo, espressioni d’arte e tradizioni culinarie proprie.

La Carolina del Sud l’abbiamo appena toccata, dal momento che il vero focus del viaggio erano altri stati, ma ci siamo ripromessi di tornarci: non solo per visitare altre cittadine storiche, ma per spingerci fino alle Great Smoky Mountains, uno dei più grandi parchi nazionali americani, che abbiamo dovuto saltare. Infatti, per raggiungere questa zona montana, avremmo dovuto sottrarre almeno 3 giorni al nostro giro, con una deviazione davvero considerevole.

Charleston

Fondata dagli inglesi con il nome di Charles Town, in onore di Carlo II d’Inghilterra, Charleston era la quarta città più grande degli Stati Uniti e ospitava alcune delle famiglie più ricche e influenti del paese. Ebbe un ruolo fondamentale nella storia americana: infatti qui arrivano le navi negriere cariche di africani da vendere al mercato degli schiavi e sempre da qui iniziò la Guerra Civile fra gli stati unionisti del nord e gli stati confederati del sud.

Appena metterete il piede in città verrete letteralmente investiti da un’atmosfera unica: i fasti del passato, con le affascinanti dimore ante bellum ricolme di fiori e dall’inconfondibile architettura, un caleidoscopico gioco di colori che rende ogni via un gioiello, un frizzante sapore caraibico che si mescola con le tradizioni africane, il retaggio di una storia fatta di guerre, pirati, piantagioni di riso e di cotone. Noi ci siamo perdutamente innamorati di Charleston, questa penisola protesa verso l’oceano.

Vi consiglio di vagare a piedi, lasciandovi guidare dalla bellezza del magnifico centro storico, che si concentra intorno alla lunghissima Kings Street. Non rimanete solamente sulle strade principali ma seguite anche le vie secondarie per ammirare stupende case storiche, come quelle nell’Harleston Village o nel piccolo French Quarter con la famosa Raibow Street.

Da non perdere anche il Charleston City Market, il mercato coperto di oltre 200 anni, che si snoda lungo 4 isolati, dove potrete curiosare fra venditori di cibo, arte e artigianato, sia di stampo caraibico che africano. Da visitare anche l’Old Slave Mart Museum, realizzato nell’edificio in cui si svolgeva la vendita degli schiavi. Di per se il museo non è imperdibile, ma può essere un buon inizio per avvicinarsi alla storia che conoscerete nel corso del viaggio. Particolarmente commovente il tariffario degli esseri umani, che venivano valutati e “prezzati” in base all’età, al sesso e allo stato di salute.

Dove mangiare a Charleston

Come in tutte le città di cui parlerò, la densità di locali e di ristoranti è altissima ma ho deciso di indicarvi lo stesso tutti i posti meritevoli in cui ci siamo trovati bene.

Il Blind Tiger Pub è un locale nel cuore di Broad St. con un incantevole dehor sul retro, perfetto per il pranzo: piatti deliziosi e particolari, ottima birra locale e musica dal vivo.

Lewis Barbecue è una vera istituzione in città: qui si viene per il BBQ. Posso affermare con assoluta certezza di aver assaggiato qui il miglior brisket di sempre. Come la maggior parte dei ristoranti BBQ, qui si fa una fila sostenuta (vi consiglio di arrivare presto perché man mano che passa il tempo alcune pietanze vanno sold out), che però scorre abbastanza agevolmente, si ordina la tipologia di carne al peso e la si ritira su vassoi molto spartani, per consumarla nei tanti tavoloni interni ed esterni.

Dove dormire a Charleston

Abbiamo scelto un ostello con bagno in comune nella zona di Cannonborough Elliotborough, un quartiere incantevole, caratterizzato da case antiche restaurate con le tipiche facciate in legno, frequentato da giovani professionisti e studenti dei college vicini.

Questa zona verdeggiante è attraversata da King Street, Cannon Street e Spring Street, costellate da boutique indipendenti, negozi vintage, panetterie e pasticcerie: perfetta come base, per dormire in un quartiere sicuro, a due passi dal centro, raggiungibile tranquillamente a piedi.

Magnolia Plantation

Siamo stati indecisi fino all’ultimo se visitarla o meno. In effetti, il costo per l’ingresso alla Magnolia Plantation è alquanto sostenuto. Nell’economia del viaggio, in cui abbiamo visitato altre 2 piantagioni verso la fine dell’itinerario, secondo me abbiamo fatto benissimo a fermarci. I giardini sono incantevoli e le paludi assolutamente affascinanti.

La tenuta di questa enorme plantation, ovvero una piantagione in cui si coltivava il riso, è davvero enorme e la visita può durare dalle 2 ore all’intera giornata. Infatti, oltre al tour guidato della casa padronale, della durata di 30-45 minuti, dalle 9 alle 17, potrete avventurarvi nei sentieri dei lussureggianti giardini, che si snodano in mezzo a un meraviglioso scenario composto da ponti, fiori e alberi maestosi.

Si può anche visitare il quartiere degli schiavi, in cui vedere come vivevano i lavoratori ridotti in schiavitù, fare un tour in barca, visitare il centro faunistico e partecipare alle molte attività organizzate in base al periodo. Noi, ad esempio, abbiamo trovato la caccia alle uova di Pasqua, face painting, musica e mercatini.

Oltre al giro nei giardini, ci siamo concentrati sull’Audubon Swamp, un ambiente davvero unico, dove gli alberi crescono dall’acqua e le creature selvagge si nascondono alla vista. Migliaia di specie animali e vegetali convivono tra i cipressi e gli alberi di tupelo, circondati dalle acque nere. Potrete esplorare questo paesaggio magico e altrimenti inaccessibile su passerelle, ponti e dighe. In primavera, centinaia di garzette, aironi e altri uccelli acquatici nidificano a pochi passi dal sentiero. Durante il resto dell’anno ospita una varietà di specie selvatiche migratorie e residenti.

Beaufort

Per noi Beaufort era solamente una tappa di passaggio, ma la cittadina merita davvero una sosta. Infatti è una delle poche cittadine risparmiate dalle devastazioni della Guerra Civile e conserva un Historic District con circa 50 case ante bellum perfettamente conservate.

Inoltre la cittadina ha un bel Riverwalk, che si affaccia su un ponte che forse qualcuno ricorderà: è quello che Forrest Gump attraversa correndo con il barbone. Qui sono state girate molte scene del film.

Arrivo nel tardo pomeriggio a Savannah, dove dormiamo.

Cosa vedere in Georgia

Meravigliosi edifici storici risalenti al periodo precedente la Guerra Civile Americana, piantagioni di riso e di cotone, campi di battaglia, strepitoso bbq, location di film famosi.

La Georgia è quello stato che prima di partire non avrei saputo definire ma che oggi posso assolutamente indicare come stupendo e romantico, squisitamente storico in ogni suo angolo.

Se vi state chiedendo come mai non trovate Atlanta fra i luoghi visitati in Georgia, il motivo è semplice: è stata semplicemente cancellata dall’itinerario. Non siamo matti, siamo pragmatici e sappiamo molto bene cosa preferiamo. Da quello che avevamo letto, Atlanta pare sia una città non solo enorme, ma anche piuttosto brutta esteticamente. Inoltre, le sue uniche, importanti attrazioni, sono il Museo della Coca Cola, per noi irrilevante, e un museo sui diritti civili. Considerando che avevamo già messo in conto di visitare altri musei di questo tipo, nell’economia del viaggio, per non renderlo ripetitivo, abbiamo preferito evitare e riallocare la giornata ad altre località.

Savannah

La città di Savannah è la quintessenza dello spirito del sud: romantica, decadente, antica, storica e squisitamente incantevole. Sebbene il primo giro nella Downtown del giorno prima, mi avesse alquanto deluso (la zona del City Market non brilla per particolari attrattive), la giornata successiva è stata strepitosa.

Dopo aver raggiunto in macchina Forsyth Park, il polmone verde della città, ci siamo inoltrati a piedi scoprendo ogni angolo di questo centro storico sorprendente. Prima una passeggiata lungo il Savannah Riverwalk, la zona portuale, caratterizzata dagli antichi docks, oggi riadattati a negozi turistici e ristoranti e poi via alla ricerca dei luoghi più pittoreschi della città.

Infatti Savannah è famosa per le sue 22 piazze, piccole, quasi nascoste, dal sapore europeo e dall’inconfondibile forma quadrata, adornate di magnifiche querce secolari. Chatam Square (1847), Pulaski Square (1837), Monterey Square (1847), Lafayette Square (1873), Madison Square (1837) e Chippewa Square (1815) sono tutte circondate da maestosi edifici storici, di epoche e stili molto differenti, dal greek revival all’architettura georgiana, da quella gotica a quella vittoriana.

Il centro è immenso e si estende fino al parco e oltre, con una serie impressionante di micro quartieri, uno più affascinante dell’altro, contornati da romantici viali alberati di querce sovraccariche di Spanish Moss, un particolare rampicante infestante che pende dagli alberi di queste zone. Ad un certo punto, ci siamo ritrovati in una zona che ci ha catapultato a San Francisco: incredibili case in legno, coloratissime e di epoca vittoriana. Prendetevi tutto il tempo necessario per ammirare questa città incredibile, passeggiando con calma, facendovi guidare dall’istinto e ammirando ogni piazza.

Dove mangiare a Savannah

La prima sera a Savannah abbiamo deciso di rimanere in zona alloggio, e ci siamo buttati su un ristorante che appartiene a una catena locale, il Crab Du Jour Cajun Seafood Restaurant & Bar, specializzato in cucina cajun di pesce. Nonostante fossimo scettici, ci siamo trovati benissimo e abbiamo assaggiato una vagonata di gamberi e capesante speziatissimi, che si ordina a peso.

Nella giornata successiva, per pranzo sosta abbastanza veloce in un ramen express, YATAI ramen + yakitori, vicino al City Market, mentre la sera abbiamo assaggiato un tipico piatto del sud, il Shrimps and Grits, al The Public Kitchen & Bar, un bellissimo ristorante nel cuore del centro, super gettonato. Non accetta prenotazioni.

Dove dormire a Savannah

Visti i costi altisonanti per dormire in centro a Savannah, la nostra scelta si è orientata per un motel a pochi minuti dal centro, raggiungibile facilmente in macchina.

Dove dormire
Ottimo motel della catena Best Western a circa 15 minuti di auto dal centro, posizionato in una zona ricca di negozi e ristoranti, colazione inclusa.

Tybee Island

Ci avanza ancora del tempo e decidiamo di dirigerci verso il mare, a Tybee Island, a soli 20 minuti da Savannah.

Famosa già dalla fine del 1800 per le sue 3 miglia di spiagge sabbiose, ideali per rilassarsi, nuotare e cercare conchiglie, Tybee Island è la classica località turistica di mare, in stile americano: tante case vacanze (rigorosamente su palafitte, per sopravvivere alle inondazioni degli uragani), piste ciclabili, wharf protesi verso l’oceano, negozi di attrezzature da mare e da spiaggia, bar e ristoranti.

Si capisce che siamo fuori stagione, nonostante ci siano diverse famiglie di ritorno dalla spiaggia, con bambini bagnati come pulcini (noi siamo con i felponi): lo spring break attira comunque tanti vacanzieri a dispetto dell’aria un pò sottotono della zona.

Visitiamo il Tybee Island Lighthouse: 178 gradini e una vista strepitosa a 360 gradi dell’isola. Lassù il vento porta via e devo dire che il biglietto di ingresso è un pò troppo caro. Poi curiosiamo nel mercatino allestito ai piedi del faro e rientriamo in centro per un ultimo giretto e la cena.

Ante Bellum Trail

Piccola premessa storica, indispensabile per capire l’importanza di questa strada. Dopo aver conquistato Atlanta, il 15 novembre 1864, il generale Sherman intraprese quella che viene chiamata la “marcia verso il mare”.

Per indebolire l’esercito confederato, tagliando i rifornimenti di viveri e l’approvvigionamento di materiale bellico, Sherman utilizzò il metodo della terra bruciata, radendo al suolo tutto quello che incontrò sul suo cammino. Non solo conquistò le più importanti città ma ne devastò l’economia, bruciando tutte le plantation che non si erano arrese, uccise il bestiame e distrusse tutte le abitazioni e le vie di comunicazione. Sopravvissero solamente le comunità che scelsero di scendere a patti con l’unione.

Nella sua implacabile marcia, Sherman risparmiò alcune città e alcune tenute, che oggi sono ancora visibili e che conservano splendidi edifici che altrimenti sarebbero andati persi.

L’Antebellum Trail si percorre tranquillamente in una giornata ed è composto da diverse cittadine. Non vi consiglio di farle tutte ma di scegliere le più pittoresche. Il concetto è semplice: sono villaggi in cui si possono ammirare le dimore storiche, per la maggior parte private e non visitabili, se non in alcuni sporadici casi (controllate bene giorni e orari).

Macon

La città è alquanto bruttina e a tornare indietro, non ci saremmo fermati. Tra le tante opzioni, mi è sembrata di gran lunga la più sacrificabile. Le uniche due case aperte al pubblico sono la Hay House (chiusa lunedi e martedì) e Cannonball House: se non avete intenzione di visitarle, Macon è saltabile.

Milledgeville

La deliziosa cittadina universitaria di Milledgeville merita una sosta, per camminare all’interno del suo campus traboccante di fiori e per ammirare le meravigliose case storiche, molte delle quali oggi ospitano le sedi delle confraternite.

Sono davvero 2/3 strade e il tempo da dedicarvi è poco. Se come noi vi capitate per pranzo, potete fermarvi al The Brick, un pub con cucina semplice ma carino.

Eatonton

La piccola cittadina di Eatonton vanta solamente una piazza principale, corredata da qualche via con case storiche. Carina, niente di imperdibile ma comunque di passaggio.

Madison

Invece Madison merita una sosta. Potrete fare una breve passeggiata ad anello che vi porterà ad ammirare una serie di incredibili case storiche, una più bella dell’altra, tutte corredate di magnifici giardini fioriti.

Athens

Purtroppo ad Athens abbiamo beccato una perturbazione persistente, che ci ha impedito di visitare adeguatamente la città, famosa per il suo campus e le sedi delle confraternite che utilizzano proprio le dimore antebellum.

Anche il centro storico è molto carino e la sera cena superlativa da South Kitchen, un meraviglioso locale specializzato in cucina del sud, dove abbiamo finalmente provato i pomodori verdi fritti!

Dove dormire ad Athens

Anche in questo caso, la scelta è ricaduta su un Best Western a pochi minuti di auto dal centro

Juliette (bonus)

Qui apro una doverosa parentesi. Uno dei miei film preferiti in assoluto è Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, che è stato girato a Juliette, un minuscolo villaggio di 4 case della Georgia.

Andarci appositamente, ci avrebbe costretto a fare una consistente deviazione, cui eravamo pronti. Peccato, che il The Whistle Stop Cafe, luogo cardine del film, non sia aperto tutti i giorni (indovinate in che giorni ci saremmo capitati?). La sfortuna ha quindi deciso per noi. E’ stata l’unica delusione del viaggio.

Covington

Mi sono però prontamente ripresa con la tappa successiva: Covington, la cittadina dove hanno girato una delle serie cult della mia giovinezza, The Duke of Hazzard!

In realtà, ho scoperto solo sul posto che qui hanno girato altre serie famose come The Vampire Diaries e Il colore delle magnolie. Una tappa è decisamente d’obbligo: il villaggio è delizioso e merita una sosta per le immancabili foto i rito.

Cosa vedere in Alabama

In fase di progettazione del viaggio, siamo stati indecisi fino all’ultimo, se inserire o meno l’Alabama nel nostro itinerario. Non ci sono grandi attrazioni e anche il paesaggio è pressoché monotono. Ma alla fine è prevalsa l’emotività: come non passare nei luoghi che hanno fatto la storia?

Con il senno di poi, posso affermare con assoluta certezza di aver fatto la scelta migliore. Se amate la storia e vi commuovete per le grandi battaglie dell’era moderna, non potete saltare l’Alabama. Le storie di Martin Luther King e di Rosa Parks vi attendono.

Montgomery

Montgomery non può essere definita una bella città, ma indubbiamente è molto, molto interessante e non vi nascondo che mi ha fatto più volte emozionare.

Vi consiglio di partire con la prima e unica White House degli Stati Uniti Confederati, la cui visita è totalmente gratuita. Qui visse il Presidente degli Stati Uniti confederati insieme alla First Lady.

Non perdetevi anche l’ingresso al Campidoglio dello Stato dell’Alabama: fu qui che il governatore Wallace diede l’ordine di caricare la folla in marcia pacifica che partì da Selma per protestare per il diritto di voto dei neri e sempre sulle sue scalinate, Martin Luther King tenne un celebre discorso, quello di chiusura della famosa marcia Selma – Montgomery, durata 5 giorni. Vi sembrerà di entrare in un film: ancora oggi è la sede esecutiva e legislativa dell’omonimo stato statunitense e potrete visitarne liberamente gli interni, tra cui la maestosa sala del Senato, con tutti gli arredi originali.

A due passi si trova anche la chiesa presso cui servì come pastore Martin Luther King, la Dexter Avenue King Memorial Baptist Church.

Il momento clou è però rappresentato dal museo dedicato a Rosa Parks, la coraggiosa icona dei diritti civili: grazie al suo rifiuto di cedere il posto a un bianco sull’autobus, l’azione di Rosa Parks diede il via a uno dei più grandi boicottaggi pacifici mai attuati, che riuscì ad ottenere l’integrazione razziale nei trasporti e l’attenzione internazionale ai diritti civili. Situato nel luogo in cui è stata arrestata, il museo è commovente ed è organizzato molto bene, con ricostruzioni, spezzoni audio e video, oggetti originali e un percorso adatto anche ai più giovani.

A Montgomery esiste un altro museo sui diritti civili. Qui apro una breve parentesi: in quasi tutte le città più importanti di questo viaggio, troverete un museo sui diritti civili. In queste zone, per ovvi motivi, è un tema caro e sentito da tutta la popolazione. Come viaggiatori e come genitori di un bambino di 10 anni, abbiamo dovuto fare una scelta: non potevamo vederli tutti. Così, oltre a quello specifico su Rosa Parks, abbiamo scelto quello di Memphis e devo dire che si è rivelato il più grande e il più completo di tutti (anche sulla base di quello che avevamo letto).

Chiudiamo la giornata con una passeggiata sul Riverfront, un lungo fiume davvero incantevole, una birretta al The Silos, in una magica atmosfera al tramonto e una cena superlativa di carne al Dreamland BBQ. Vi consigliamo di arrivare molto presto: dopo le 20/21 a seconda dei giorni non fanno più entrare e il locale è gettonatissimo. A differenza di molti BBQ, qui c’è servizio al tavolo.

Avremmo tanto voluto proseguire la serata al Tower Taproom, ma eravamo decisamente cotti dalla giornata intensa.

Dove dormire
Un favoloso hotel nel cuore della città, a due passi dal ristorante bbq e dal riverfront: curato, di design, super confortevole e con colazione inclusa.

Birmingham

Birmingham è la città più popolosa dell’Alabama e vi assicuro, non particolarmente attraente. Ci siamo fermati di passaggio solamente per vedere la 16th Street Baptist Church, un altro luogo simbolico altamente commovente.

Qui, infatti, avvenne un tragico attentato: il Ku Klux Clan fece esplodere una bomba all’interno della chiesa frequentata da persone di colore, uccise quattro ragazze e ferì tra le 14 e le 22 persone.

Cosa vedere in Tennessee

Ma sapete che il Tennesse è stupendo? Io sono rimasta a bocca aperta. Verdi colline, città piene di musica: whiskey, banjo e rock’n’roll. Per me è stata in assoluto una delle scoperte più deliziose del viaggio.

Qui si sente tutta l’anima cowboy, ma quella vera: stivali e cappello come stile di vita, non come moda. Qui siamo nella culla della musica, nella patria di Elvis e di Johnny Cash. Qui tutto parla di musica e vi consiglio di lasciarvi trascinare dalle note e di dedicare del tempo per assaporare l’atmosfera di queste città, senza fretta, fra un boccale di birra e un gruppo di musica dal vivo.

Jack Daniel’s Distillery

Se siete appassionati di whisky ma anche più semplicemente per entrare nel mood del Tennessee, non dovete perdervi la visita alla distilleria del Jack Daniel’s, il whisky più famoso d’America.

E’ un percorso guidato interessante anche per chi non ama il genere, in cui potrete ammirare molti ambienti e arredi originali, osservare le botti che riposano, annusare gli effluvi della fermentazione e vedere la sorgente di acqua scoperta dal Sig. Jack Daniel’s. Se viaggiate con bambini sarete obbligati a fare il Dry Tour, ovvero la visita senza degustazione, ma potrete in ogni caso assaggiare una sorta di granita alcolica (le incongruenze assurde degli americani: l’assaggio di whisky no, ma la granita al whisky si).

La prenotazione è vivamente consigliata e se viaggiate con bagaglio da stiva, potrete riportarvi a casa una bottiglia del famoso n.7 dalla miscela unica, che si produce solo qui.

Lynchburg

Vi consiglio anche di farvi un giretto in paese: nel villaggio di Lynchburg il tempo sembra essersi fermato agli anni ’50. Curiosate nei negozietti di caramelle e nei caffè per fare un tuffo nel passato. Se acquistate qualcosa allo store ufficiale della distilleria, che si trova nella piazza principale, esibendo il biglietto di ingresso alla distilleria, riceverete in omaggio dei bicchierini griffati Jack Daniel’s.

Per il pranzo vi consiglio 2 posti entrambi assurdi: se trovate posto, previa prenotazione quasi obbligatoria, potete provare l’esperienza di un pasto condiviso insieme agli altri commensali da Miss Mary Bobo’s Restaurant. Infatti si assaggia un menù fisso di tipica cucina del sud, all’interno di una casa storica tradizionale, che nel 1867 era un hotel per viaggiatori, sedendosi a tavola insieme alle altre persone. Purtroppo si pranza solo in determinati orari e occorre essere fortunati che coincidano con il vostro tour della distilleria.

In alternativa, come noi, vi consigliamo il Barrel House BBQ: un minuscolo ristorantino informale che fa esclusivamente ribs e pulled pork. Un posto assurdo quanto pittoresco, dalla semplice cucina bbq, gustosa ed economica.

Cooter’s

Entrando a Nashville, ci siamo fermati in un posto iconico: Cooter’s. L’attore della serie tv The Duke of Hazzard che interpretava appunto il meccanico Cooter, ha aperto un negozio/museo/memorabilia interamente dedicato alla serie. Se siete degli amanti del genere, vi perderete ad ammirare gli oggetti della vostra infanzia e gioventù, rimanendo letteralmente a bocca aperta.

Gli appassionati della serie non potranno perdersi l’occasione di vedere il Generale Lee dal vivo, ammirare tutto il merchandising dell’epoca, raccolto con passione meticolosa e radunato in grandi teche in stile museo e ovviamente riportare a casa qualche gadget.

Grand Ole Opry

Per la nostra prima sera a Nashville, ci siamo regalati un’esperienza particolare, molto, molto local: il Grand Ole Opry. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un famosissimo programma radiofonico, che trasmette tutte le sere con uno spettacolo dal vivo a teatro, incentrato sulle star della musica country di oggi, le superstar di un tempo e le stelle nascenti.

Questo live di fama mondiale è il luogo dove tutte le aspiranti star sognano di suonare e dove gli amanti della musica entrano in contatto con i loro artisti preferiti: per quasi 100 anni, l’Opry è stato la dimora dei più grandi talenti della musica country e oggi continua ad avere un’enorme influenza nella crescita e nel cambiamento del genere in tutto il mondo.

Dal programma radiofonico che rese famosa la musica country nel 1925, al punto di riferimento culturale e al fenomeno musicale globale che è oggi, l’Opry è il più grande palcoscenico della musica country e un’esperienza imperdibile per ogni appassionato di musica: qui hanno suonato leggende come Johnny Cash e Elvis Presley.

Il teatro è pazzesco e l’esperienza è unica nel suo genere (come anche prezzi) ma vi consigliamo di scegliere con cura la tipologia di serata. Infatti sul palco si avvicendano il Grand Ole Opry e il Grand Ole Opry Classic. Il primo prevede l’avvicendarsi sul palco di artisti contemporanei o emergenti, mentre il classic prevede l’esibizione delle vecchie glorie del country, che riprendono cavalli di battaglia a noi sconosciuti e decisamente old style, un pò come il nostro Sanremo degli anni ’50. Non vi nascondo che è stato un pò noioso: ci aspettavamo classici come canzoni di Cash e invece abbiamo sentito l’equivalente di Nilla Pizzi :D. Se avete intenzione di vivere questa esperienza e le date sono favorevoli, vi consigliamo quindi di scegliere la serata con gli artisti contemporanei, che vi permetterà di ascoltare canzoni più moderne ed essere circondati da un pubblico più giovane.

Nashville

Non ci girerò attorno: I love Nashville. Io me ne sono perdutamente innamorata. Non si può dire che sia una “bella città”, ma nel suo mescolare quel poco di antico che è rimasto nel cuore del centro (la via Broadway e gli isolati che la circondano) con gli edifici moderni, il risultato che ne scaturisce è incredibilmente gradevole.

Quello che la rende affascinante è la sua atmosfera. Qui tutto parla di musica. Sentirete le note di gruppi musicali che suonano dal vivo dalle prime ore del mattino fino a notte fonda. Locali ovunque, musica in ogni angolo: avrete l’imbarazzo della scelta. Il mood è passare da un locale all’altro, tra una birra, una visita a un museo e una passeggiata per ammirare le insegne old style, il lungo fiume con il ponte pedonale e i tanti negozi country che vendono cappelli e stivali.

Ovviamente, noi non ci siamo fatti scappare l’occasione di visitare il Johnny Cash Museum, dove ho lasciato un pezzetto di cuore: qui ripercorrete tutta la sua vita curiosando nei suoi effetti personali, ascoltando i suoi brani più celebri e vedendo spezzoni della sua carriera cinematografica. Assolutamente imperdibile: vi confesso che io mi sono commossa!

Mi ha stupito anche la gente che frequenta Nashville: appassionati di musica di tutte le età, da famiglie con bambini piccoli ad anziani ottantenni che cantano a squarciagola e conoscono a memoria tutti i testi delle canzoni. Il clima è sereno, disteso e allegro, senza mai eccessi o deragliamenti. Se viaggiate con bambini, ricordatevi che in molti locali è proibito l’ingresso ai minori di 21 anni dopo le 18. Non preoccupatevi: se volete continuare a sentire musica, basta rifugiarsi in un locale in cui si cena e avrete risolto i vostri problemi.

I locali che abbiamo testato sono il Luke’s 32 Bridge a pranzo e il Rippy’s Honky Tonk per la serata, ma vi assicuro che avrete davvero l’imbarazzo della scelta!

Da non perdere anche Milk & Honey Gulch per una colazione strepitosa e un caffè indimenticabile: preparatevi a lunghe code oppure prenotate in anticipo, specialmente nei week end!

Il tempo da dedicare alla città dipende da voi e da quanto siete appassionati di musica: per noi una giornata piena è stata sufficiente ma c’è anche chi decide di trascorrere più tempo, solamente per ascoltare musica dal vivo e darsi allo shopping.

Dove dormire

Dove dormire
Ottimo motel appena fuori da centro, raggiungibile a piedi in 20 minuti, lungo una strada sicura e tranquilla.

Memphis

Memphis è la città più pericolosa degli Stati Uniti, inutile non dirlo apertamente. Ve ne accorgerete in ogni caso, arrivando nella sua periferia. E’ stata l’unica volta in cui ho avvertito disagio, povertà e degrado in tutto il viaggio. Ovviamente, se siete turisti coscienziosi e rimanete nel centro della città, non avrete problemi, ma vi consigliamo di spostarvi di sera solamente con la macchina, se alloggiate fuori dalle vie principali.

Essendo arrivati nel tardo pomeriggio, dopo la visita al Lorraine Motel e ai Sun Studios, ci siamo limitati a un breve giro del centro, soffermandoci in particolare su Beale Street, la via della musica. Non mi tiro indietro nel dire che Memphis sia una brutta città: dei fasti del passato è rimasto ben poco, tutto concentrato lungo Beale Street, dove si viene per ascoltare buona musica blues e per assaggiare le famose costolette alla Memphis Style. Come a Nashsville, anche qui è tutto un susseguirsi di locali dove si suona musica dal vivo, in particolare blues e non country. Qui la popolazione è nera e lo è anche la sua musica.

Memphis è una città decadente, che vive del passato ma ti rendi conto immediatamente che la realtà attuale è ben lontana da quelle atmosfere: i giovani sono tamarri di prima categoria, dalle macchine truccate, che sgasano fino a tarda notte, escono musiche terrificanti e del clima della sua età d’oro rimane ben poco. Occorre più che altro immaginarlo.

In ogni caso venire a Memphis significa prevalentemente visitare 3 luoghi iconici: il Lorraine Motel, i Sun Studios e Graceland.

Dove mangiare e dove ascoltare musica

Per bere buona birra artigianale vi consigliamo il Ghost River Brewing Co. on Beale con un bel giardino interno dove ascoltare musica e il B.B. King’s Blues Club: è una vera istituzione. Dopo le 20 si paga un biglietto di ingresso per i concerti che si svolgono tutte le sere, di altissimo livello e c’è sempre coda per entrare. Dovete assolutamente assaggiare le loro ribs: le più buone della mia vita!

Per un pranzo veloce vi mandiamo senza dubbio al The Arcade Restaurant, un dinner favoloso: sembra uscito direttamente dal film Ritorno al Futuro e qui Elvis veniva spesso a fare colazione.

Per una colazione strepitosa in un ambiente retro, imperdibile il Vice & Virtue Coffee.

Dove dormire

Avendo letto su possibili pericoli della città, abbiamo preferito spendere un pochino di più ma essere nel cuore del centro, a due passi da Beale Street e poter così uscire serenamente a piedi. Vi dico solo che dopo le 20, l’accesso alla via dei locali è regolamentato dal metal detector…

Dove dormire
Favoloso hotel di lusso a 5 minuti a piedi dalla strada più famosa di Memphis, in ottima posizione con possibilità di usufruire del servizio car valet a pagamento.

Museo dei diritti civili al Lorraine Motel

Tra i moltissimi musei per i diritti civili del sud, questo è senza alcun dubbio il più grande, il più completo ma soprattutto il più significativo. Infatti è stato realizzato all’interno del motel in cui è stato assassinato Martin Luther King: si, vedrete proprio il balcone dove si è accasciato e la sua camera. Un luogo commovente, che vi lascerà un segno indelebile.

Il museo è imperdibile: si parte da un filmato che riassume la storia del popolo nero in America dalla deportazione alla segregazione razziale e ripercorre nelle varie sale tutte le tappe di questi secoli bui, attraverso pannelli informativi, materiale video e ricostruzioni. Mettete in conto almeno 2/3 ore piene.

Vi assicuro che ne vale la pena ed è estremamente istruttivo specialmente per bambini e ragazzi, che rimarranno interdetti nel visionare spezzoni dell’epoca, con le violenze e i soprusi subiti. Un vero bagno di realtà che li farà crescere come cittadini del mondo. In questo museo è fondamentale il supporto dei genitori, che li guidino e gli spieghino molte sfumature e soprattutto un’adeguata preparazione a casa, prima di partire.

Il museo è curatissimo, super dettagliato e ricchissimo di materiale interattivo: vi farà conoscere tragici avvenimenti che in Europa sono poco conosciuti e una preparazione anche per gli adulti è consigliata.

Sun Studios

Decisamente più leggera la visita dei Sun Studios, i celebri studi di registrazione che hanno visto passare mostri sacri della musica come B.B.King, Jerry Lee Lewis, Johnny Cash ed Elvis Presley.

La visita dura circa 40 minuti, non è prenotabile on line e vi farà ammirare oggetti originali come il famoso microfono usato da Elvis. Qui si tenne una formidabile registrazione del tutto spontanea e improvvisata, chiamata Million Dollar Quartets, composta da Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins e Johnny Cash, il 4 dicembre 1956.

E’ uno di quei luoghi che fanno accapponare la pelle e che vi rimarrà nel cuore: come non immaginare mostri della musica che suonano i grandi successi della storia.

Graceland

Devo ammettere che ero molto scettica. Avevo letto pareri decisamente contrastanti su questa casa museo dedicata alla vita di Elvis Presley, il Re del Rock. Addirittura c’è chi la paragona a Disneyland.

Dopo aver visto il film Elvis, ero ancora più curiosa e posso dirvi che non solo ho apprezzato tantissimo la visita, ma mi sono anche emozionata. E’ uno squarcio sulla vita intima e personale di un grande artista ma soprattutto di un uomo estremamente solo e condizionato dalla vita lavorativa, che ha compensato tante mancanze circondandosi di oggetti e di sfarzo. Ma di fatto è rimasto un uomo che viveva nella solitudine e solo è morto nella sua casa.

Il costo di ingresso è piuttosto alto (circa 80 dollari per il biglietto base) ma li vale tutti. La visita è lunghissima: mettete in conto almeno mezza giornata. Calcolate che noi siamo entrati alle 9 e siamo usciti alle 14. Oltre alla casa padronale, di cui si visitano tutti gli interni, gli uffici e il giardino in cui giacciono le spoglie di Elvis e di tutta la sua famiglia (un luogo davvero commovente), ci sono immensi padiglioni che racchiudono tutta la sua vita: i dischi d’oro, tutta la sua filmografia, i reperti storici, i suoi costumi di scena, la sua collezione di automobili, i set del film a lui dedicato e perfino i suoi aerei privati, con cui si spostava nei tour in giro per l’America.

Vi consigliamo di utilizzare l’audioguida, che vi racconterà ogni dettaglio della casa e di prenotare in anticipo l’ingresso per accaparrarvi il primo orario disponibile della mattina, in cui potrete visitare senza folla e senza stress.

Cosa vedere in Mississippi

Confinando con la Louisiana e il Tennessee, lo stato del Mississippi spesso viene sacrificato per dare spazio a località più famose e turistiche. E’ uno stato povero, si vede a occhio (tranne la ricchissima Natchez), in cui si attraversano campi infiniti di cotone e di canna da zucchero ma è anche uno stato denso di storia (tanti sono i luoghi legati alla Guerra Civile) e soprattutto di musica.

Se vi state chiedendo se abbiamo fatto una crociera sul Mississippi, la risposta è no. Non per mancanza di interesse, ma per ottimizzazione del viaggio. Sebbene nell’immaginario sia un’esperienza romantica, da romanzo alla Tom Sawyer, nella realtà si tratta di allocare dalle 2 alle 4 ore di navigazione (lentissima) insieme a una moltitudine di persone. Sinceramente abbiamo preferito dedicare questo tempo ad altro.

Clarksdale e la strada del blues

Per me Clarksdale è stato uno shock: una città fantasma, semi abbandonata, desolata e senza anima viva. Non ha di certo aiutato il fatto che ci siamo capitati proprio il giorno di Pasqua, in cui probabilmente era tutto chiuso.

Qui occorre fare una premessa. Il focus del nostro viaggio non era solamente la musica, ma tanti diversi temi, mescolati fra loro. Di conseguenza, Clarksdale e la strada del blues, la famosa Highway 61, per noi erano solamente tappe di passaggio per attraversare il Mississippi.

Questa è la zona in cui gli appassionati si fermano appositamente per le serate, quando, a detta di molti, le cittadine si animano improvvisamente e vivono di musica nei locali. Probabilmente, con un viaggio diverso, senza figli, avremmo potuto vivere maggiormente questo aspetto e non rimanere un pò indifferenti a queste strada cosi iconica.

Alcuni punti salienti che si visitano lungo strada:

  • Il Devil’s Crossroad si trova all’incrocio tra le autostrade 61 e 49, contrassegnato da tre chitarre enormi. Questo è il luogo in cui si dice che Robert Johnson abbia stretto un patto con il diavolo: la sua anima in cambio del genio musicale.
  • Gateway to the Blues Museum
  • BB King Museum a Indianola

Jackson

La anonima cittadina di Jackson ci è servita solamente come appoggio logistico per raggiungere il giorno dopo Natchez. Non ci sono grandi attrattive ma merita dormire qui solamente per andare da Brent’s Drugs a fare colazione.

Rimarrete assolutamente a bocca aperta: vi sembrerà di essere tornati al 1946, anno della sua apertura. Tutto è rimasto come allora, con i divanetti color tiffany e i trespoli rotanti. Imperdibile. Qui hanno girato alcune scene del film The Help, in cui si racconta la condizione delle donne di colore che lavoravano come domestiche nelle ricche famiglie bianche negli anni ’60 a Jackson.

Per la cena vi consigliamo Martin’s Downtown, un caratteristico pub ristorante con musica dal vivo che serve cucina del sud. Imboscato e very very local!

Natchez Trace Parkway

Per raggiungere Natchez imbocchiamo un’altra strada iconica del Mississippi, la Natchez Trace Parkway, di cui percorriamo l’ultimo tratto. Infatti, in realtà, è lunga più di 700 chilometri e collega Nashville con Natchez, attraversando un magnifico paesaggio boschivo.

Tutta la strada è gestita dal National Park Service e si sviluppa lungo il percorso noto come Old Natchez Trace, ovvero l’antica strada di collegamento usata dagli indiani d’America. Lungo il percorso potrete incontrare diversi punti di interesse: tumuli archeologici, siti storici di battaglie, sentieri e una città abbandonata. Dipende da quanto tempo avete  disposizione.

Noi non abbiamo fatto soste, dal momento che il nostro obiettivo era Natchez che merita una visita approfondita.

Natchez

La sonnacchiosa cittadina di Natchez è un piccolo, meraviglioso gioiello affacciato sul Mississippi. Per la prima volta, ammiriamo questo placido, immenso fiume, protagonista di così tanti romanzi, film e canzoni, e l’emozione è a dir poco travolgente.

Natchez vanta un centro storico con un’altissima densità di case storiche antebellum, una più maestosa e affascinante dell’altra. La maggior parte sono abitate da privati ma durante la primavera, molte aprono i battenti ai visitatori in un lasso di tempo specifico. Inoltre, non tutte sono visitabili tutti i giorni e nemmeno agli stessi orari. Vi consigliamo di fare un salto al visitor center della città per avere un quadro più chiaro dei dettagli.

Ovviamente è quasi impossibile vederle tutte, senza rischiare di annoiarsi. Se da fuori vale la pena vederne il più possibile, per la varietà di forme, stili e colori, vi consigliamo di sceglierne solo un paio per ammirare anche gli interni. Le visite sono ovviamente guidate e durano circa 40 minuti l’una. Noi abbiamo scelto le due, a nostro avviso, più particolari. 

  • la Longwood, la più grande casa ottagonale del paese, che presenta anche una cupola bizantina a forma di cipolla (non vi sveliamo nulla degli interni per non rovinarvi la sorpresa), circondata da un parco stupendo
  • la Stanton, una delle dimore più sontuose di Natchez, costruita nel 1892 da Frederick Stanton, che arrivò a Natchez da Belfast e fece fortuna con le piantagioni di cotone e divenne uno degli uomini più ricchi della regione. Gli interni sfarzosi ricordano molto le atmosfere alla Via col vento.

Imprescindibile un giro del centro, curiosando nei negozietti caratteristici e lungo il riverwalk, in cima alla scogliera. Una chicca da segnare: scendete con la macchina fino al micro quartiere di Under Hill, un tempo la zona più malfamata della città, dove attraccavano i traghetti che percorrevano il Mississippi, luogo di avventurieri e viaggiatori. Una birra nel pittoresco Under-the-Hill Saloon è d’obbligo: proprietario scorbutico ma gentile (che ci ha concesso di rimanere con il bimbo nonostante fosse ora di far sgombrare i minori), ambiente accogliente, musica dal vivo, e fuori lui, sua maestà il Mississippi, che al tramonto diventa ancora più magico.

Avremmo voluto cenare al ristorante accanto, il Magnolia Grill, ma era il giorno di chiusura. Ci consoliamo al Pig Out Inn Barbeque, un bbq senza servizio al tavolo: ottima carne e ambiente informale.

Dove dormire

Dove dormire
Incantevoli alloggi ricavati in dimore storiche ante bellum, dotate di arredi originali. Favoloso e ottima colazione cucinata inclusa.

Cosa vedere in Louisiana

Abbiamo attraversato quasi tutta la Louisiana ed è veramente un posto bizzarro. La famosa cajun county non ci ha lasciato un particolare ricordo e ci siamo lasciati velocemente alle spalle città senza particolari attrattive come Lafayette e Baton Rouge. Come i nomi facilmente suggeriscono, siamo entrati nella zona della cultura cajun: gli acadiani, ovvero i colori francesi epurati dalla Nova Scotia, in Canada, dagli inglesi, si rifugiarono qui, nelle paludosi e inospitali distese del delta del Mississippi. Riuscirono a sopravvivere di caccia e pesca grazie all’aiuto dei nativi americani e mescolandosi alle comunità degli schiavi afroamericani. Il risultato di questa mescolanza, fu una cultura assolutamente unica e affascinante.

Avremmo voluto visitare il Vermilionville Historic Village, ma temevamo di incappare nell’effetto dejavu, con le ennesime case storiche: infatti si tratta di un tipico villaggio acadiano in cui degli attori in costume ricreano le condizioni di vita e le usanze delle persone che abitavano in questa regione a cavallo fra il ‘700 e l’800.

Fabbrica del Tabasco

La nostra scelta è invece ricaduta sulla fabbrica originale del Tabasco, un luogo ameno e davvero insolito. Siamo stati indecisi fino all’ultimo ma alla fine la visita a Avery Island si è rivelata una piacevole sorpresa. A noi è piaciuta moltissimo!

La famiglia McIlhenny produce la salsa TABASCO in questo angolo nascosto della Louisiana da oltre 5 generazioni. Costruito su una cupola di sale, è un luogo misteriosamente affascinante: durante il periodo della guerra civile, la famiglia si è ritirata qui, dedicandosi alla produzione di peperoncini e successivamente a quella della salsa piccante forse più famosa al mondo.

Potrete visitare prima un piccolo museo, dove si narra la storia della famiglia McIlhenny e dei suoi figli coraggiosi e pionieri, uno store dove fare una vera degustazione di tutte le varianti di tabasco, dalla più blanda alla più piccante. Poi avrete modo di osservare da vicino il riposo dei peperoncini sotto sale nelle botti, e tutte le fasi della lavorazione e dell’imbottigliamento.

Infine, compreso nel biglietto, c’è l’ingresso ai Jungle Gardens, visitabili in macchina o a piedi se avete molto tempo a disposizione: fra laghetti, paludi e giardini, se sarete fortunati, potrete avvistare una grande varietà di animali selvatici alligatori, cervi, procioni che vivono sulle colline e nelle paludi intorno ai giardini. Nel corso degli anni, Avery Island e le paludi costiere circostanti hanno ospitato anche specie tra cui orsi neri, gatti selvatici, coyote, armadilli, conigli, lontre, topi muschiati e molti altri, sebbene alcuni di questi animali non abitino più sull’isola.

Attenzione alle zanzare: se vi avventurerete a piedi, sarete letteralmente presi d’assalto!

Scelta come tappa di appoggio in avvicinamento a New Orleans, decisa praticamente il giorno prima, Thibodaux è una piccola cittadina, con un centro grazioso. Noi abbiamo cenato allo Spahr’s Downtown, dove per la prima volta ho assaggiato il pesce gatto!

Oak Alley Plantation

Lungo il fiume Mississippi si estendevano a perdita d’occhio una serie impressionante di piantagioni, ovvero immense tenute dedicate alla coltivazione di cotone e canna da zucchero, ognuna corredata da una elegante dimora padronale. Queste incantevoli case, spesso lussuose e maestose, erano l’emblema della ricchezza del sud, e si fondavano sullo sfruttamento degli schiavi, che vivano sotto il totale dominio dei loro padroni.

Purtroppo la maggior parte è andata distrutta e bruciata, dopo il passaggio delle forze militari unioniste, che cercarono di indebolire gli stati confederati attaccando la loro economia, ma quelle che scelsero di venire a patti e si dichiararono fedeli, vennero risparmiate.

Anche in questo caso, abbiamo scelto di visitarne 2, le più emblematiche, a nostro avviso. La Oak Alley è forse la più famosa e la più fotografata, una vera e propria icona del sud. Vi consigliamo di prenotare in anticipo la visita e di scegliere il primo orario disponibile. In questo modo potrete fotografare il famoso viale di querce in quasi totale solitudine e senza intrusi.

La visita comprende sia la casa padronale con tour guidato, sia la tenuta e il quartiere degli schiavi in autonomia.

Laura Plantation

A differenza di tutte le altre presenti in zona, questa fu una piantagione creola, fondata e gestita da una ricca famiglia di origine europea, che si riconosce dai colori sgargianti che la contraddistingono.

La visita guidata dura circa 1 ora, ripercorre la storia delle 4 generazioni di famiglie creole che hanno portato avanti l’attività, guidate da donne forti, capaci e coraggiose, prima fra tutte Laura Duparc, una donna emancipata e colta, che durante il Mardi Gras, il famoso Carnevale di New Orleans, si travestiva da diavolessa per “servire” il Re del Carnevale e che visse oltre 100 anni.

Il tour vi guiderà non solo alla scoperta della casa, ma anche dei suoi giardini, del quartiere degli schiavi e nella loro terribile vita. A mio avviso è stata una delle visite più interessanti del viaggio, che ha aperto uno squarcio inedito sui rapporti fra schiavi e padroni, sull’intreccio fra servitù e latifondisti, sulla vita all’interno di questi micro mondi.

Raggiunta l’ora di pranzo, ci siamo fermati subito dopo la piantagione, da B&C Seafood Riverside & Cajun Restaurant, un posto assurdo quanto assolutamente verace.

Dedichiamo la restante parte della giornata a un primo giro di New Orleans per poi recarci allo Smoothie King Center per assistere a una partita dell’NBA: Pelicans vs Orlando Magic.

Cena al Olde Nola Cookery, dove assaggiamo ottimi piatti cajun accompagnati da ottimi Bloody Mary.

New Orleans

Quando abbiamo progettato questo viaggio, non vedevo l’ora di visitare New Orleans ma avevo paura di rimanerne delusa. Temevo di ritrovarmi in un carrozzone esagerato e sopravvalutato. E invece, mai fidarsi di coloro che non sanno guardare oltre il loro naso.

New Orleans è in assoluto una delle più belle città che abbia mai visto. La sua varietà architettonica la rende, per me, una delle più incredibili città degli States: case vittoriane, dimore ante bellum, meravigliosi palazzi dal sapore caraibico. Solare, colorata, allegra, accogliente e sorridente. Un’esplosione di bellezza tale che i nostri occhi non sapevano più dove indugiare.

E quello che più mi ha stupito è che l’ho trovata sicura, pulita e nonostante sia turistica e votata al divertimento, mai del tutto esagerata. Appena si lasciano le vie principali sembra di essere in un villaggio. È vero, vedrete qualche senza tetto, qualche matto e qualche ubriaco, ma nulla che faccia mai sentire a disagio. Chi rimane su Bourbon Street per poche ore, non può dire di averla vista.

Per non parlare poi della musica, che risuona nell’aria dal pomeriggio fino a notte fonda, con club meravigliosi. E il suo spirito libero, votato alla diversità, dove ciascuno può esprimere se stesso, in tutta la sua creatività. Puoi andare in giro con una maschera da volpe e la coda da procione e sentirti a tuo agio, puoi avere 70 anni e girare con un tutù rosa glitterato senza essere giudicata da nessuno. E poi il cibo, speziato da far lacrimare gli occhi, da assaggiare senza remore, con le spezie cajun che tanto amo.

E che dire della sua cultura fluttuante, che fagocita e mescola tradizioni, popoli e lingue diverse, che accarezza l’occulto, ama il proibito, sussurra ai fantasmi e gioca con il mistero e la superstizione. New Orleans è una città dai mille volti che vi consiglio di scoprire senza fretta.

2 giorni, a mio avviso, sono appena sufficienti: noi abbiamo esplorato per una mattina intera l’eccentrico quartiere di Marigny, famoso per i bistrot cajun, i bar bohémien e i jazz club, concentrati lungo Frenchmen Street. La mattina è deserta ed è perfetta per fotografare le sue case colorate, mentre vi consiglio di tornarci la sera, per vedere come si anima di artisti di strada, di designer che espongono al Frenchmen Art Market, dove si vendono opere d’arte e artigianato locali e per ascoltare musica jazz.

Il pomeriggio lo abbiamo invece dedicato al French Quarter, la zona più famosa della città, dalle dimensioni impressionanti. Non fermatevi a Bourbon Street, vi prego, o non scalfirete nemmeno lontanamente la magnifica essenza di New Orleans. Uscite dalle vie più battute, perdetevi nelle strade laterali, andate a caccia di case colorate.

Da non perdere nemmeno il Garden District, che si raggiunge in macchina e che abbiamo esplorato la mattina successiva, prima di dirigerci verso il bajou. Sui grandi viali ombreggiati da querce si affacciano case di stili diversi, dai cottage a un piano agli eleganti palazzi storici. Il Lafayette Cemetery, immerso nel verde, ospita le tombe ottocentesche in stile europeo. Lungo Magazine Street troverete boutique e negozi di antiquariato che si alternano a caffè informali.

Dove dormire a New Orleans

Dove dormire
Ottimo hotel nel cuore del French Quarter, in un edificio antico a due passi da tutte le attrazioni della città, con parcheggio coperto e custodito disponibile.

Tour in barca nel Bayou

Il bajou è un particolare ecosistema: si tratta di una rete di enormi specchi d’acqua che si sviluppano attorno alla città di New Orleans, tra i diversi bracci del fiume Mississippi, caratterizzati da una fitta vegetazione e attraversati da diversi canali. Vi troverete foreste, case su palafitte e tanti alligatori che girano indisturbati lungo gli argini.

Visitare questo paesaggio così particolare è indubbiamente una delle esperienze imperdibili in un viaggio nel sud. Potrete scegliere, in base al vostro itinerario, di effettuarlo in diversi punti. Sicuramente l’Atchafalaya Basin è la zona più particolare e meno turistica: vanta il record di palude più grande degli interi Stati Uniti, più estesa del Parco delle Everglades in Florida.

La maggior parte dei turisti invece visita le paludi più vicine a New Orleans, come la Barataria Preserve, che custodisce numerosi sentieri su passerelle costruite sopra il livello dell’acqua. Qui le attività proposte sono molteplici come la canoa in mezzo alla foresta.

Noi, per questioni logistiche, abbiamo scelto il Jean Lafitte National Historical Park & Preserve, che racchiude ben sei diversi parchi e attrazioni naturali. Indispensabili occhiali da sole e crema solare.

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