Cosa vedere a Lanzarote

Quando siamo sbarcati dal traghetto che proveniva da Fuerteventura, ho subito capito che l’ultima isola del nostro viaggio alle Canarie, mi sarebbe rimasta nel cuore. E così è stato.

Dopo le brutture architettoniche di Gran Canaria, dopo i contrasti di Tenerife, dopo i paesaggi aridi e quasi lunari di Fuerteventura, finalmente l’isola perfetta, capace di coniugare e riassumere il meglio dell’arcipelago: mare cristallino e incantevole, paesaggi lavici incredibili, natura incontaminata e una cura incredibile dell’arredo urbano, pensato, amato e voluto dall’artista Caesar Manrique

Venite con noi alla scoperta di un’isola favolosa e incantevole, che rapità il cuore anche dei più scettici come me!

Dove si trova Lanzarote

Di tutto l’arcipelago delle Canarie, Lanzarote è l’isola più orientale che spesso, all’interno di un itinerario viene sacrificata in nome delle sue sorelle più famose.

Quarta isola delle Canarie per dimensioni, coniuga gli irreali panorami vulcanici, tipici ad esempio di Fuerteventura, con le grandi spiagge incorniciate da palme altissime, che richiamano Gran Canaria e Tenerife. Il suo paesaggio è così particolare che nel 1993 l’UNESCO l’ha dichiarata Riserva della Biosfera.

Come si arriva a Lanzarote

Il mezzo scelto per raggiungere Lanzarote dipende molto dal vostro tipo di vacanza. Esistono infatti diversi voli diretti dall’Italia con Arrecife, la sua capitale, dove si trova un aeroporto internazionale e varie città come Milano, Bergamo Bologna e Roma.

Ma se state facendo il giro dell’arcipelago, potrebbe essere congeniale arrivare via mare, in traghetto, da Fuerteventura: il tragitto è molto breve, solamente 45 minuti di navigazione dal porto di Corralejo. In questo caso avrete il vantaggio di portare con voi l’auto ed evitarvi un nuovo noleggio.

La figura di César Manrique

Quando arriverete a Lanzarote noterete subito una grandissima differenza, vedrete subito che vi trovate in un luogo stupendo e speciale: tutto è curatissimo, non esistono palazzi alti o brutture architettoniche, i paesaggi vulcanici sono come esaltati e quasi diversi rispetto a quelli visti sulle altre isole e una bellezza particolare avvolge ogni cosa. Tutto questo non è un caso: è l’eredità lasciata da César Manrique, un grande artista canarino che diede tutto se stesso per la valorizzazione di Lanzarote.

Grazie al suo lavoro, l’isola ottenne di essere preservata dall’urbanizzazione selvaggia e scriteriata che aveva già devastato le altre isole dell’arcipelago, votate esclusivamente al turismo indiscriminato. Manrique riuscì ad ottenere, dopo una lunga battaglia, che la natura spettacolare di Lanzarote venisse preservata, custodita e, grazie alla sua arte, esaltata. Infatti venne bandita la costruzione indiscriminata, aboliti i palazzoni disturbanti e i residence in cemento armato, incentivato il recupero dell’architettura tradizionale e la sua replica in forma moderna, rispettando le forme e i colori tipici dell’isola, il verde della vegetazione, il blu del mare e il marrone della terra. Questo si tradusse in un rispetto assoluto del territorio, in una cura attenta e amorevole dell’ambiente urbano, caratterizzato da un’estetica uniforme e incantevole.

© Andrea Maino – Leggo Tenerife

Questo fa la differenza, questo rende Lanzarote così solare, incantevole e bellissima. A questo si aggiunge il tocco personale di Manrique che ha disseminato l’isola di opere che ne colgono l’essenza più profonda, nelle quali la natura e l’arte sembrano dialogare. La sua straordinaria visione della relazione tra natura e uomo, pervade ogni angolo dell’isola e nel tempo ha plasmato anche la mentalità dei suoi abitanti e di tutti i canari, che si sono sempre battuti per conservare nel rispetto di quelle regole estetiche tutti i centri e le attrazioni turistiche, sempre di prima classe.

Il progetto ambizioso di questo artista poliedrico era di usare l’isola come tela su cui plasmare le proprie idee artistiche e di difesa dei valori ambientali, un progetto nato dall’amore che per la sua terra e dalla sua travolgente personalità. Lanzarote parla di Manrique: belvederi, giardini, centri culturali, residenze, auditorium, luoghi di aggregazione, la lista è praticamente infinita. Perfino le rotonde stradali ospitano al centro le sue incredibili opere.

Cosa vedere a Lanzarote

L’isola non è eccessivamente grande e non necessita di spezzare il soggiorno in due. Decisamente conveniente, invece, trovare una sistemazione più o meno a metà dell’isola, per raggiungere in maniera veloce sia la parte sud che quella nord senza troppi spostamenti.

Parque Nacional de Timanfaya

Forse non tutti sanno che fra il 1730 e il 1736, Lanzarote fu un inferno in terra. L’isola venne squassata da violentissime eruzioni vulcaniche che proiettarono nubi di detriti nell’aria per più di 6 anni. L’aspetto di Lanzarote cambiò radicalmente e l’isola venne ricoperta da uno spesso strato di lava e accumuli di detriti. Per farvi capire bene la portata di quello che accadde, sappiate solo che solo nel Parco Nazionale Timanfaya si possono contare ben 25 vulcani cui si aggiungono quelli disseminati nell’isola: si arriva così a circa 140 coni vulcanici di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali oggi è spenta.

Il lungo processo eruttivo è stato uno dei più spettacolari fenomeni del vulcanismo storico della Terra, così sconvolgente da cambiare drasticamente la morfologia dell’isola: quando il processo si concluse, quasi un quarto di Lanzarote era sepolta sotto una fitta coltre di lava e cenere. Oggi la porzione vulcanica lasciata dal fenomeno comprende un perimetro totale di 174 Km², ma l’area protetta del Parco Nazionale di Timanfaya copre solo una superficie di 51 kmq.

Informazioni pratiche

Quando arriverete in prossimità del parco, dove si trova l’insegna famosa del diavolo, dovrete pagare l’accesso all’area, che si conteggia a veicolo. A questo punto proseguirete lungo l’unica strada che vi porterà al centro visitatori.

Qui sarete obbligati a lasciare la vostra auto, dal momento che la visita del parco, purtroppo, non è libera ma si svolge in gruppo e in autobus. Infatti l’estrema fragilità dell’ambiente ha reso necessario creare un percorso ad hoc, cui lavorò lo stesso César Manrique, che si snoda per circa 35 minuti, con una guida che vi spiegherà ogni caratteristica dei paesaggi che ammirerete. Non è quindi possibile esplorare il parco in autonomia, tanto meno a piedi, dal momento che, anche se tutti i vulcani del Timanfaya sono inattivi, la terra sotto ciascuno è ancora viva.

E lo vedrete: finito il giro infatti, sarete invitati a una bella dimostrazione dell’attività vulcanica ancora presente nella zona grazie agli addetti del parco. Non voglio svelarvi nulla, per non rovinarvi la sorpresa, ma vi dico solo che farete un grande WOWWWWW!

Teguise

Il bianco villaggio di Teguise è una delle cartoline più famose dell’isola, in assoluto uno dei più belli e affascinanti. Con le sue case di pietra, la bella pizza orlata di palme e i suoi negozi di artigianato, è una vera meraviglia da non perdere.

A mezzogiorno il suo candore diventa quasi accecante, e spesso deserto, mentre al tramonto si tinge di rosa, animandosi di turisti che affollano i suoi pittoreschi locali. Da non perdere il colorato e vivace mercato della domenica, che richiama turisti da tutta l’isola. Il villaggio durante la settimana è abbastanza smorto, mentre si rianima nei fine settimana.

Famara

Io mi sono perdutamente innamorata di questo piccolo borgo di pescatori, un’enclave di surfisti e hippy. Il villaggio è orlato dalla lunghissima spiaggia libera di San Juan che al tramonto diventa il ritrovo dei surfisti, che si danno appuntamento qui e si tuffano in mare per sfidare le onde.

Nuotare qui è severamente vietato, a causa delle correnti e del forte moto ondoso e la spiaggia è spesso spazzata da un vento fastidioso, ma il panorama è meraviglioso. Perché la cala è anche protetta da spettacolari scogliere che cadono a picco sull’oceano e che al tramonto si tingono di rosa.

Consiglio TOP

La vista migliore delle scogliere si ha dalla spiaggia mentre la baia è imperdibile da un view point meraviglioso ma difficile da trovare e raggiungere: Mirador de El Risco de Famara. Segnatevi il nome e cercatelo con google maps ma non fatevi spaventare dalla brutta e mal messa strada sterrata: vi attende una vista da urlo!

Jardin de Cactus

Questo posto non dovete assolutamente perdervelo. Ero scettica, non ve lo nascondo e invece mi sono innamorata. L’ultimo lavoro di Cesar Manrique è semplicemente spettacolare: un anfiteatro, una specie di arena in cui l’artista è riuscito, come sempre, a fondere natura e arte in maniera assolutamente unica. Qui ha raccolto un’infinità impressionante di piante grasse provenienti da tutto il mondo, di ogni forma, colore e dimensione, che vi faranno ricredere sulla categoria.

 

Una serie di terrazzamenti laterali, ponticelli e passaggi, rendono il luogo ancora più fruibile e potrete ammirare da vicino esemplari davvero stupefacenti per la bellezza e perfezione delle forme.

In fondo, un mulino domina il giardino e da lì si possono scattare le migliori fotografie! Prendetevi tutto il tempo per ammirare questi gioielli della natura.

Jameo del Agua

Come tutte le opere di Manrique, anche il Jameo vi lascerà letteralmente senza parole. Sfruttando un’apertura che conducea un tunnel vulcanico sotterraneo lungo oltre 6 km, formatosi dall’eruzione del vulcano Monte de la Corona, avvenuta oltre 3000 anni fa, l’artista ha creato un complesso che rappresenta il primo intervento per la riqualificazione del territorio dell’isola.

Il moderno si mescola alla natura primordiale, creando accostamenti inediti e contrasti di una bellezza atavica. Scendendo ni meandri della terra, scoprirete un ristorante panoramico incastrato nella roccia che si affaccia sulle rive di un lago sotterraneo di acqua marina color cobalto dove vive una specie unica al mondo di granchio albino. La luguna è illuminata dalla luce che filtra dall’alto, creando giochi di colori e rifletti incredibili.

Superato il lago incontrerete una grande piscina (si dice che solo il Re di Spagna ci possa fare il bagno) circondata da una pavimentazione dal bianco accecante, orlata di palme e sempre al di sotto del livello della strada. Un luogo surreale e a tratti onirico. Infine, in un antro scavato nella roccia si trova un incredibile anfiteatro, in cui si svolgono concerti straordinari nella stagione estiva.

La Cueva de los Verdes

Nel XVIII secolo, una famiglia di pastori locali, i Verde, mentre portavano il gregge al pascolo scoprirono questa grotta sotterranea, nata dallo scorrere della lava dopo una colossale eruzione. La visita, rigorosamente guidata, si snoda per circa 1 km fra gallerie, anfratti e cavità sotterranee illuminate in maniera splendidamente scenografica, per lasciarvi senza fiato. In effetti vivrete un’esperienza davvero stupenda, assolutamente non claustrofobica e ricchissima di informazioni su come sia nata questa meraviglia della natura.

A differenza di quanto accade spesso nelle cavità sotterranee, qui non si riscontra una grande differenza di temperatura: non è affatto necessario coprirsi.

Alla fine del percorso vi fermerete in un punto pazzesco: so che da sempre i blogger hanno mantenuto il segreto, per non rovinare la sorpresa, e anche io non vi anticiperò nulla!

Mirador del Rio

La passione per la natura di Manrique è molto evidente in un’altra delle sue opere più riuscite, il Mirador del Rio. Questo incredibile terrazza panoramica si trova all’estremo nord dell’isola, a strapiombo sul piccolo lembo di mare che divide Lanzarote da la Graciosa.

Il panorama è assolutamente unico e l’edificio, che ospita un bar e un ristorante, rappresenta uno dei tanti simboli della simbiosi fra arte e natura, che potrete trovare sull’isola. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, il Mirador chiude inaspettatamente presto e non potrete ammirare da lì il tramonto.

Consiglio TOP

Poco più avanti, nella meravigliosa strada panoramica che porta a Famara, si trova un punto dove il panorama è ancora più incredibile. Si chiama Mirador de Nahum: potrete lasciare la macchina a lato della strada e scendere a piedi per scattare fotografie pazzesche al tramonto con la Graciosa davanti a voi! Non correte e fate attenzione ai bimbi piccoli: non ci sono parapetti e volare di sotto è un attimo!

Haria

Un altro incantevole villaggio è Haria, immerso in un panorama idilliaco, la valle delle mille palme. Situato a nord dell’isola, Haria è circondato da una valle verdissima, la cui bellezza deriva dal contrasto fra il nero della terra lavica, il bianco del villaggio e il verde delle palme. Un’insolita curiosità: la moltitudine di palme deriva dal fatto che fin dal XVII secolo, per ogni nato della comunità, qui veniva piantata una palma.

Ai margini del paese si trova anche la casa di Manrique (purtroppo per noi era chiusa causa Covid) che vi consigliamo di visitare ma soprattutto curiosate per le piazzette ombrose e i negozi di artigianato di grande bellezza.

Casa di César Manrique

© Turismo Lanzarote

César Manrique è la personalità più importante dell’isola, il suo più grande sostenitore, nonostante l’artista sia nato ad Arrecife La sua casa ai margini del villaggio di Haria, circondata da palmeti.

Qui visse gli ultimi anni della sua vita e l’abitazione è rimasta esattamente come lui l’ha lasciata, con tutte le sue cose, le sue preziose foto in compagnia di Reali e con le attrici degli anni ’70, i suoi libri e il suo laboratorio. Mi è molto dispiaciuto non aver potuto visitarla, ma era chiusa a causa del Covid.

Casa museo del Campesino

Tutta l’isola reca l’impronta del suo più grande artista. Pensate che quasi tutte le rotonde sono abbellite dalle sculture di Manrique. Una delle più imponenti è sicuramente quella dedicata alla figura del contadino: alta 15 metri, è posta al centro esatto di Lanzarote e si trova all’entrata di un complesso di case costruite nello stile tradizionale dell’isola.

Qui, avvolte da un biancore paragonabile alla neve, si trova anche un museo dedicato alla storia dell’artigianato locale, una serie di botteghe che offrono dimostrazioni delle tecniche antiche e un ristorante sotterraneo particolarmente affascinante.

Fundacion Cesar Manrique

© Turismo Lanzarote

Come tutti luoghi di Cesar Manrique, anche la sua casa museo è un luogo speciale: un edificio composto da più componenti architettoniche, armoniosamente messe insieme dall’artista: come sempre coniuga il moderno con il naturale, integrandolo nel paesaggio esistente, senza snaturarlo. In questo caso si tratta di piccole stanze ricavate nella roccia e dipinte di bianco, con arredamenti ispirati allo stile pop degli anni ‘60\’70.

Potrete ammirare opere di Manrique e Picasso, una piscina, angoli coloratissimi, un giardino lussureggiante con mosaici e cactus giganti.

Museo LagOmar

Acquistata dall’attore Omar Sharif nel 1970, che la perse a carte contro il suo amico San Benady, è una delle ville private più spettacolari di Lanzarote.

Nuovamente la presenza del paesaggio di Lanzarote si fonde con l’architettura: pensate che le stanze sono state ricevate proprio in cavità scavate nella roccia e rese ancora più affascinanti con la presenza di una stupenda piscina incorniciata dalle palme.

La Geria

A ridosso del parco nazionale di Timanfaya, si trova uno dei paesaggi più caratteristici dell’isola di Lanzarote. Vicino al pittoresco villaggio di Yaiza si estende La Geria, formata da grandi distese di terra lavica nera come la pece, su cui si stagliano le vivaci le sfumature di verdissimi vigneti. Qui si producono ottimi vini, tra cui spicca il Moscato. Per proteggere le piante dalle intemperie e dal vento, sono stati realizzati gli inconfondibili cerchi di pietra, che sono una delle immagini tipiche di Lanzarote.

Non potete lasciare l’isola senza una degustazione del vino della Geria: avrete l’imbarazzo della scelta perché in questa zona le aziende vinicole si susseguono una dopo l’altra. A seconda della grandezza offrono visite guidate della tenuta, aperitivi e degustazioni accompagnate da taglieri di salumi e formaggi locali.

Charco de los Clicos

Sebbene sia poco indicato, non potete perdervi questo lago che si è formato nel cratere di un antico vulcano. Vi dovete recare a Elf Golfo e all’inizio del villaggio (super iconico con le sue casette bianche e i ristorantini di pesce), troverete un grande parcheggio da cui si accede a un piccolo sentierino. Alla fine della salita si trova un belvedere da cui potrete ammirare la superficie di colore verde, dovuto alla presenza di un tipo di alga che cresce al suo interno.

Il lago è stato dichiarato riserva naturale e quindi è vietato farvi il bagno e perfino avvicinarsi. Il momento migliore per fotografarlo? In tarda mattinata, quando i colori si accendono sotto la luce del sole!

Los Hervidores

Vicino al magnifico Parco di Timanfaya e ai crateri vulcanici dell’isola, la costa si sviluppa come una lunghissima scogliera a picco sull’oceano, dove le onde si infrangono in maniera sonora: è stato proprio l’oceano a modellare questo tratto di costa frastagliata.

Esiste un piccolo percorso da fare a piedi che permette di vedere da vicino una serie di cave, ricavate dall’erosione della lava.

Volcan El Cuervo

Questo paesaggio irreale e magnifico si è formato il 1° settembre del 1730 quando le terribili eruzioni hanno letteralmente rivoluzionato l’aspetto dell’isola. Oggi è possibile entrare nel cratere di questo antico cratere, attraverso un percorso facile e accessibile a tutti. 

Il sentiero è lungo 5 km ma è estremamente facile e si snoda quasi tutto in un territorio pianeggiante. Le emozioni che vivrete, entrando nella sua caldera, sono davvero uniche. Vi attendono rocce vulcaniche, cenere e lapilli che sono stati gettati in aria per 6 anni: un paesaggio surreale, quasi onirico, assolutamente eccezionale e imperdibile.

Sentiero della Caldera Colorata

Un altro sentiero interessante anche se meno affascinante di El Cuervo, è la caldera colorata: un anello di circa 3 km andata e ritorno. Tutta la passeggiata si svolge attorno a un vulcano emerso durante le eruzioni del 1730-36. Il tracciato è tutto in piano, tranne per la salita che porta a vedere la caldera dall’alto: noi purtroppo non siamo saliti a causa del forte vento e della pioggerellina fastidiosa.

Grazie a numerosi pannelli esplicativi che raccontano la geologia del luogo, la strada è ben segnalata e vi porterà ad ammirare incredibili paesaggi quasi lunari e dai colori variegati: in alcuni punti la terra è rossa per la presenza di ossido di ferro ad alte concentrazioni mentre in altre zone vedrete sfumature di nero, giallo e di verde/blu cangiante.

Incredibili poi le enormi bombe vulcaniche espulse durante l’esplosione, considerata una tra le più grandi della storia: vi sentirete davvero piccoli e impotenti di fronte alla forza della natura!

Le spiagge più belle di Lanzarote

Il mare a Lanzarote sa essere semplicemente unico: acqua cristallina e tendenzialmente calma, baie silenziose e quasi deserte, circondate da meravigliosi contesti naturali di natura selvaggia e incontaminata. Unico neo: l’acqua è fredda, anche se la temperatura media pare essere di 19 gradi. Dato il clima stabile tutto l’anno dell’arcipelago, che si sviluppa come una primavera perenne, inevitabilmente, la temperatura dell’acqua dell’oceano non arriva mai a scaldarsi molto.

Io, a giugno, sono riuscita a farmi solamente 2 bagni in tutto il nostro soggiorno alle Canarie.

Playa Papagayo

La spiaggia più famosa di Lanzarote in realtà fa parte di un’incredibile collezione di spiagge incontaminate, che si trovano tutte nel Parco Naturale Los Ajaches, una zona protetta con ingresso a pagamento giornaliero.

Nonostante siano spiagge molto frequentate, la presenza di ben 8 calette incontaminate permette ai turisti di “spalmarsi” fra le varie spiagge, evitando così il senso di affollamento.

Spiaggia Papagayo è la più famosa del parco e la sua mezzaluna di sabbia dorata è circondata da alte scogliere rocciose, un meraviglioso anfiteatro naturale che crea una specie di caletta raccolta con un ambiente favorevole al nuoto, grazie alle acqu calme che danno l’impressione di una piscina naturale.

In alta stagione vi conviene arrivare presto, per trovare parcheggio, ma soprattutto posto in spiaggia.

Piscina naturale di Punta Mujeres

Nel cuore del paesino bianco di Mujeres, si trova questa piscina naturale ricavata all’interno delle rocce laviche. L’acqua è ovviamente calmissima e l’ambiente protetto, ideale per farsi una nuotata in totale sicurezza.

La temperatura dell’acqua è leggermente più calda, dal momento che risente meno delle correnti fredde del mare aperto. E’ ideale per far fare il bagno ai bambini.

Inoltre il villaggio di pescatori di Mujeres è davvero incantevole, con le sue casette bianche e le barche ormeggiate!

Playa Caleton Blanco

Posta all’estremo nord dell’l’isola, la spiaggia di Caleton Blanco è una vera meraviglia: un susseguirsi di anfratti di acqua bassissima e cristallina, tante piccole lagune calme ma battute dai venti. Grazie alla baia riparata, l’acqua è meno fredda ma fare il bagno può risultare in ogni caso difficile a causa dei venti fastidiosi.

L’elemento che incanta è l’impressionante contrasto tra la pietra lavica nera, la sabbia bianca e la cristallina acqua turchese. Ricordatevi che la marea non perdona e nel pomeriggio l’acqua sale inesorabilmente e anche molto velocemente: fate attenzione ai vostri averi lasciati sulla sabbia. Un altro consiglio: portatevi scarpe adatte dal momento che il litorale è frastagliato e percorso da rocce laviche irregolari e appuntite.

Clima di Lanzarote

Come tutte le isole Canarie, anche Lanzarote gode di un’eterna primavera. Se quindi la vostra domanda è: quando è il periodo migliore per visitare Lanzarote, la risposta è semplice, sempre.

L’inverno è mite, con temperature gradevoli intorno ai 20° mentre le estati sono calde ma mai torride e afose ma caratterizzate da una ventilazione leggera. Forse, gli unici mesi da evitare sono gennaio e febbraio, i più piovosi. In ogni caso, Lanzarote è perfetta soprattutto nelle stagioni intermedie, come la primavera, per una fuga al caldo, al sole e al mare.

L’unico vero problema è il vento, che può essere implacabile. Occorre quindi mettere sempre in valigia una felpa ma soprattutto una giacca anti vento, cappello e sciarpe leggeri.

Dove mangiare a Lanzarote

Come tutte le Canarie, anche a Lanzarote abbiamo trovato un livello altissimo dal punto di vista culinario. E ci siamo innamorati della cucina ricercata ma sempre con un’attenzione speciale ai prodotti del territorio. Ovviamente i vini della Geria e i formaggi di capra sono i protagonisti della tavola.

La Mar Café – Caleta de Famara

In questo minuscolo villaggio amato dai surfisti, avrete l’imbarazzo della scelta fra un bar informale per un aperitivo con i piedi nella sabbia o un ristorante di pesce di grande qualità. In ogni caso qui l’atmofera è unica. Noi abbiamo invece preferito un localino informale ma curatissimo nel design così come nella cucina, a due passi dalla spiaggia.

I piatti sono incredibili, buonissimi e dagli ingredienti freschissimi, con contaminazioni di culture diverse. Consigliatissimo!

El Patio Crèperie – Teguise

Nel centro di Teguise si trova un piccolo bistrot dove ho mangiato una delle crepes più buone della mia vita. Il proprietario di Milano è simpaticissimo e la location incantevole, in un piccolo angolo nascosto a due passi dalla piazza principale.

Perfetto per un pranzo informale.

Hespérides – Teguise

Qui tocchiamo altissimi livelli. Hesperides, gestito da una gentilissima signora italiana, si trova all’interno di un antico palazzo storico del centro, con uno spettacolare patio interno coperto. Il personale gentilissimo e dai modi squisiti, vi accoglierà in maniera impeccabile ma informale.

La cucina è strepitosa, anche qui con contaminazioni fra culture gastronomiche. L’ambiente vi farà sentire coccolati e uscirete davvero felici. Imperdibile.

La Nasa Restaurante El Norte – Orzola

All’estremo nord dell’isola, si trova questo minuscolo villaggio di pescatori, il posto ideale per gustare la cucina di mare tradizionale di Lanzarote. Qui si mangi pesce freschissimo appena pescato, in una bella terrazza con vista sul mare. Consigliato!

Bodegas El Tablero – Geria

 

La zona vinicola di Geria è un susseguirsi di cantine che producono il pregiato vino di Lanzarote. Avrete l’imbarazzo della scelta. Noi siamo capitati qui per caso, in un orario improbabile, affamatissimi e sotto periodo Covid.

Nonostante ci siano produttori più famosi, citati in quasi tutti i blog, noi preferiamo dirottarvi verso questa piccola azienda, gestita da persone squisite, dove siamo stati accolti con estrema gentilezza e cortesia, nonostante l’ora tarda. Abbiamo accompagnato la degustazione dei vini con un bel tagliere di formaggi e di salumi locali: favoloso!

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1 Comments

  1. says: maria teresa

    a parte farci un bel pensierino come sempre guida preziosa chiara e invogliare.Sei preziosa come un diamante. grazie

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